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Anastasia, di nuovo!

Per Anastasia è tempo di traslocare in periferia. Dall'alto dei suoi dodici anni sa benissimo quali cambiamenti comporterà, e quindi via che inizia il piano per dissuadere i suoi genitori a rivedere questa loro decisione un pò precipitosa!
Casa editrice:
Fasce d’età:
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Autore/i: Lois Lowry
Illustrazioni: Jacopo Starace
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[Voti: 5 Media valutazione: 4.2]

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“In periferia!” esclamò Anastasia. “Ci trasferiremo in periferia? Non voglio crederci. Non voglio credere che mi abbiate davvero fatto questo. Appena finisco il mio budino mi butto dalla finestra”.

“Siamo al piano terra”, le ricordò sua madre.

Inizia così il racconto di Lois Lowry, con l’incredula disperazione di Anastasia che sente di essere stata tradita dai suoi genitori. 

Da quando è nato il suo fratellino Sam, l’appartamento a Cambridge è diventato troppo piccolo per tutti loro e da qui l’esigenza di trasferirsi in una casa più grande in periferia.

Se stai pensando “E cosa sarà mai?!” forse ti sei dimenticato cosa vuol dire avere dodici anni. Se invece ti stai avvicinando a quell’età, beh sono certa che non hai bisogno di ulteriori chiarimenti per capire lo stato d’animo di Anastasia.

Il piano d’attacco

Anastasia sente che la sua realtà sta per sgretolarsi e allora parte all’attacco, provando in tutti i modi a far cambiare idea ai suoi genitori. In fin dei conti, basterà portare alla loro attenzione i nuovi cambiamenti e stili di vita a cui si dovranno adeguare e far propri. 

Devi sapere che, secondo Anastasia, le case residenziali hanno certe caratteristiche intrinseche, e quindi quello che ti aspetterebbe trasferendoti nella lontana periferia è innanzitutto un bel cambio di mobilio. Sì, hai capito bene.

I mobili dovranno essere graziosi e ovviamente abbinati tra loro, poi bisognerà acquistare una tv gigantesca a colori sopra alla quale non potrà mancare una coppa di frutta finta. Non dimentichiamoci anche di appendere alle pareti quei quadretti con i gattini con gli occhi dolci, un pò stile Umbridge per intenderci. 

Ma non solo! Ci si aspetterà che la stessa Anastasia diventi una scout e che sua madre dica addio ai jeans per indossare unicamente vestiti di cotone. Questo mentre giocherà a bridge come si conviene ad ogni signora che abita in periferia.

Insomma, se non si fosse capito, Anastasia si è fatta la propria idea della vita in periferia, ma le sue supposizioni sono giusto un pò falsate e stereotipate, come d’altronde si renderà poi conto da sola ben presto.

Un racconto familiare

Nonostante il titolo faccia pensare che il racconto giri solamente intorno ad Anastasia, i personaggi che le gravitano attorno sono vari, ben definiti e con una loro voce.

Sarebbe più opportuno definire questo racconto come la storia della famiglia di Anastasia, dove le voci della mamma creativa e del papà distratto ma amorevole, si mescolano e si uniscono in battibecchi amorevoli a quelle di Anastasia e di Sam, il fratellino genietto che parla fluentemente come un grande.

I dialoghi, estremamente realistici, lasciano trasparire la serenità di questa famiglia, in cui ognuno cerca di andare incontro all’altro, come quando il papà chiede ad Anastasia cosa sarebbe fondamentale per lei avere nella casa nuova. Ovviamente Anastasia non si farà sfuggire l’occasione per mettere in difficoltà i suoi genitori, con la speranza che la sua richiesta li induca a rinunciare alla ricerca della casa perfetta… tipo una bella torretta, potrebbe essere sufficiente, no? Sono certa che se ti fossi ritrovato nella stessa situazione di Anastasia l’avresti fatto pure tu!

Sempre attuale

La saga di Anastasia Krupnik scritta negli anni ‘70, da Lois Lowry, torna con la fresca traduzione di Enrico Santachiara, che, sempre per la casa editrice 21lettere, ha tradotto il romanzo d’esordio (Un’estate da morire) della stessa autrice.

La copertina illustrata da Jacopo Starace è fluida, arrivando ad abbracciare anche la sovraccoperta, e pone in primo piano il profilo di una ragazzina che cammina distratta tra cumuli di scatoloni, portando il lettore direttamente al cuore del racconto.

Nonostante siano passati già diversi anni dalla prima pubblicazione di questo racconto, la storia si rivela attuale ed è facile riconoscersi nelle ansie e nelle emozioni tipicamente adolescenziali di Anastasia, che sta attraversando quel periodo in cui iniziano a fare capolino i pensieri sui ragazzi, l’attenzione per apparire sempre al meglio, e nel suo caso anche tutte quelle preoccupazioni che un trasloco porta normalmente con sé.

Anastasia, che è ironica e senza troppi pensieri come lo sono le ragazze della sua età, rende il romanzo di facile lettura e leggero. Al contempo riesce comunque a far riflettere il lettore. Ad esempio sul peso delle parole che vanno usate mentre si parla. Emblematico un episodio assolutamente esilarante, nel quale mentre parla del suo fratellino ad un suo amico, riesce a far passare un messaggio completamente sbagliato. L’episodio seppur equivocato è assolutamente divertente per noi che sappiamo come stanno in realtà le cose in casa di Anastasia.

Ci insegna anche che il suo timore (che poi in fondo è quello di tutti) di non riuscire a far nuove amicizie è completamente infondato. Una volta aperto il cuore a nuove persone è difficile che dall’altra parte chiudano subito la porta, senza nemmeno provare a conoscerla.

E infatti Anastasia troverà nuovi amici di tutte le età e rafforzerà quelle amicizie “storiche” che non si lasciano intimorire dalla distanza. 

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