Silvana De Mari, Hania, la strega muta, Giunti
Dove eravamo rimasti? La principessa Haxen e sua figlia Hania sono riuscite a salvarsi per miracolo, aiutate anche dal coraggioso Dartred che, per difenderle, è stato catturato e ora rischia di finire sulla forca. Nel capitolo precedente della serie, abbiamo assistito al grande cambiamento di Hania, bambina speciale, per metà figlia dell’Oscuro Signore e per metà umana, una bambina “nata cattiva” ma alla quale i racconti della madre sulle imprese del “Cavaliere di Luce” hanno donato una coscienza, tanto che la bambina ha deciso di schierarsi apertamente con sua madre Haxen e contro suo padre, l’Oscuro Signore.
La storia riprende proprio dalla liberazione di Dartred, in questo secondo volume la De Mari ha avuto la necessità di far passare diversi anni in un lasso di tempo relativamente breve: e così assistiamo alla crescita di Hania, alla nascita del figlio di Dartred e Haxen e alla comparsa di altri personaggi, questo sempre con lo spettro dell’Oscuro Signore, che non ha ancora abbandonato il progetto di precipitare il mondo nel buio e che anzi, ha acquisito nuovi e sinistri strumenti per perseguire il suo scopo.
Il secondo volume di una trilogia
Anche questo secondo volume è ambientato in un mondo variegato che visitiamo spostandoci continuamente, seguendo il percorso di Hania, un mondo pieno di oscurità ma anche di caldissima e meravigliosa luce. In effetti l’ambientazione è uno dei punti forti del romanzo, come la caratterizzazione dei personaggi, molto accurata. Il ritmo, invece, l’ho trovato altalenante: un trama potenzialmente bella, ricca di spunti notevoli, affossata qui e là da frenate improvvisa, che hanno reso il racconto a volte prolisso e noioso.
Lo stile è quello classico, ricco di dettagli, a volte prolisso e dal sapore antico tipico di Silvana De Mari: la lettura è abbastanza agevole per i ragazzi dai 12 anni in poi, anche se il taglio a volte un po’ ingessato toglie naturalezza alla storia.