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La signora degli abissi (Editoriale Scienza)

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Chiara Carminati (illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio), La signora degli abissiEditoriale Scienza

Sylvia Earle si racconta nel libro di Chiara Carminati, La signora degli abissi, pubblicato da Editoriale Scienza all’interno di Donne nella scienza, una collana a cui siamo particolarmente affezionati (per la cura e la scelta dei profili) e di cui vi abbiamo già parlato riguardo alle vite di Sofia Kovalevskaja Temple Grandin.

La storia di Sylvia Earle comincia da una fattoria del New Jersey dove la sua famiglia si trasferisce nel 1938, la vita a contatto con la natura si rivela da subito entusiasmante per la bambina: stagno, torrente, prati, campi sono tutti territori da esplorare. In particolare lo stagno diventa presto la meta preferita per le indagini di Sylvia, pronta ad annotare tutto con bloc-notes e matita alla mano: i movimenti delle cavallette, i diversi tipi di vegetazione, la vita di insetti e girini (animali all’occorrenza da catturare e conservare in alcuni barattoli di vetro per poterli studiare meglio).

Sylvia ha la fortuna di avere una madre che la incoraggia, senza fare distinzione di sesso tra lei e i fratelli; anche il padre, che fa i turni di notte in una fabbrica come elettricista, di giorno è molto presente nella vita dei figli, andando in giro per la campagna e divertendosi con loro (anche lui senza fare distinzioni). Durante le vacanze la famiglia, pur non essendo ricca, si sposta al mare a Ocean City, sulle rive dell’Oceano Atlantico e qui il campo di indagini, tra conchiglie, meduse e limuli, si fa sconfinato.

Un momento importante nell’infanzia di Sylvia, non semplice ma allo stesso tempo determinante per il suo futuro, è il trasferimento della famiglia a Dunedin in Florida: come un immenso cortile, davanti alla loro nuova casa si apre il Golfo del Messico.

La bambina, nonostante la ritrosia iniziale, si ambienta in Florida e la sua diventa una vita acquatica. Per il compleanno riceve degli occhialini da nuoto e si guadagna presto il nome di girino: sott’acqua riesce a trattenere il respiro più a lungo dei fratelli e si sente come se fosse nel suo ambiente naturale.

Scoperte tra le pagine dei libri e sott’acqua

Le esplorazioni continuano anche in superficie, come in biblioteca, tra le pagine di William Beebe con il suo sommergibile a forma di palla, il Bathysphere, con cui era sceso 1000 metri sott’acqua, non per raggiungere qualche record ma per studiare una parte inesplorata di mondo.

Sylvia cresce, continua ad essere curiosa, studia, approfondisce.

Nel 1952 per la prima volta grazie al padre di un compagno di classe fa l’esperienza di una immersione senza boccaglio e maschera, all’interno di uno scafandro, una vicenda che, per quanto rischi di esserle fatale a causa di un mal funzionamento nell’aria compressa, le lascia in mente il pensiero fisso di riprovarci al più presto.

Sempre in biblioteca, grazie a Jacques Cousteau e al suo libro Il mondo silenzioso, scopre l’invenzione delle bombole di aria compressa che permettono una immersione molto più libera nei movimenti rispetto a uno scafandro.

La grande passione di Sylvia guida le sue scelte e l’impegno nel campo degli studi: durante le scuole superiori è assistente nel laboratorio di biologia e con Humm, il professore di biologia, avrà modo di utilizzare per la prima volta, nel 1953, la nuova invenzione delle bombole; grazie all’aiuto dei genitori e a una borsa di studio, Sylvia può continuare gli studi universitari, sempre seguendo i corsi del professor Humm, nell’Università della Florida e poi di Duke.

Gli studi vanno di pari passo con le immersioni e il percorso di ricerca la porta presto a partecipare ad importanti spedizioni. Non sempre sarà facile, il fatto di essere donna o non aiuta o viene sottolineato come un evento che mette in secondo piano il valore del suo lavoro (come nel caso del progetto Tektite II di cui fu a capo e il cui team era composto di sole donne), ma lei procede determinata nello studio come nella vita privata, senza dover per una cosa rinunciare all’altra, per questo nel 1968 (con l’approvazione del suo dottore) la vediamo scendere nel profondo del mare delle Bahamas all’interno di uno speciale sommergibile (Deep River) e poi in esplorazione del fondale pur essendo incinta di cinque mesi.

Molto altro sulle sue ricerche e sul suo impegno per la tutela del mare conoscerete grazie alla lettura di La signora degli abissi, perché la vita di Sylvia Earle è stata e continua ad essere una vita piena e, soprattutto, appassionata (e quindi appassionante, riuscendo a trasmettere anche a noi una grande passione).

La scrittura di Chiara Carminati, affidandosi alla voce in prima persona della protagonista ci restituisce il ritratto di una donna intraprendente e forte, curiosa e coraggiosa (un coraggio che non è mai sconsideratezza ma è sempre accompagnato da studio e preparazione). Il racconto non si sofferma molto sulla vita privata, ma sappiamo che anche questa non è stata una vita immobile, leggiamo di due mariti, di figli e di come, sin dall’infanzia in famiglia, Sylvia sia stata incoraggiata e supportata da chi le è stato accanto. La narrazione ci porta giù negli abissi del mare, nei rumori della vita sott’acqua i cui abitanti non sono per nulla “muti come pesci”.

La meraviglia che ci giunge da questo vero e proprio mondo, lontano e per molti versi ancora misterioso (tanto ancora è da esplorare), si rispecchia nelle illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio che un po’ illustrano le esplorazioni vere e proprie e un po’ ci portano in un mondo magico e onirico, dove Sylvia e una sirena o dove il cielo diventa il mare in cui nuotare.

Mission Blue

With knowing comes caring.

 

Vincitrice, con il Premio Ted del 2009, di centomila dollari, Sylvia li ha utilizzati per realizzare il suo sogno di tutela di aree marine attraverso la fondazione, da lei creata, Mission Blue.

In fondo al volume, una intervista all’ottantunenne e ancor oggi impegnatissima Sylvia Earle, sempre in prima linea per la tutela degli oceani, aiuta i lettori a prendere consapevolezza di che cosa voglia dire preservare le aree marine, anche nel proprio piccolo, e l’importanza di occuparcene tutti; in più, per soddisfare ogni altra curiosità, ci consiglia libri e documentari sull’argomento.

Proprio in questi giorni, per molti già giorni di mare, non dovremmo mai dimenticarci – guardando le onde infrangersi sulla spiaggia o sugli scogli – come il mare sia vivo, pieno di vita e fondamentale per noi tutti.

Grazie a Sylvia Earle che ce lo ricorda con tutta la forza del suo pensiero e del suo lavoro e grazie a Editoriale Scienza che lo ricorda ai lettori facendoli immergere in una realtà straordinaria, un vero e proprio paradiso che, come ha notato Sylvia Earle nel corso degli anni, rischia sempre più di essere un paradiso perduto.

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