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Siate gentili con le mucche. La storia di Temple Grandin

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C’è qualcosa in Temple che la rende diversa dagli altri bambini della sua età. Eustacia, sua madre, lo vede, ma non capisce come mai questa sua prima figlia a due anni non parli ancora, come mai non cerchi un contatto, degli abbracci. È come se fosse chiusa in un mondo tutto suo, inaccessibile. Pediatri e dottori non danno alcuna risposta utile, per il padre, Dick, bisogna solo accettare il fatto che si tratti di una figlia ritardata, ma Eustacia non vuole crederci, o fermarsi a questa constatazione. Così, quando Temple ha tre anni, una visita da uno psichiatra porta finalmente ad una risposta: la bambina mostra i sintomi dell’autismo. Siamo negli anni Cinquanta, non si sapeva molto dell’autismo, da poco si era trovata quella parola per parlare di una malattia inspiegabile e incurabile, si discuteva sulle sue possibili cause e la colpa era attribuita alle madri, “madri frigorifero”, incapaci di trasmettere calore e affetto al proprio figlio. Anche se gli studi dimostreranno che non si tratta assolutamente di un problema legato al “gelo” delle madri ma di un’anomalia del sistema nervoso, tante madri, tra cui Eustacia, si sentiranno per anni responsabili della lontananza dei loro figli in un mondo irraggiungibile.

La storia di Temple è la storia delle persone che ha avuto intorno a lei: della madre, prima di tutto, che, date le scarsissime conoscenze dell’epoca sull’autismo, segue sin dall’inizio il suo istinto, che la porta a muoversi per tentativi, facendo di tutto perché la figlia non resti chiusa nel suo mondo.

Tante sono le difficoltà che Temple (e sua madre) avranno davanti e per cui si tratterà sempre di trovare una strada, facendo dei tentativi; amore è anche non arrendersi e trovare, per esempio, un modo nuovo per insegnare a leggere. Eustacia poi sa osservare quali sono le tante abilità della figlia, come quelle nel cucito e negli esperimenti di scienze, e la aiuta a coltivarle.

Un’altra persona importante nella vita di Temple è un professore, Mr. Carlock, un vero e proprio mentore, una figura decisiva per la sua adolescenza e per il suo futuro.

Temple cresce, segue la sua strada e approfondisce gli studi che più la interessano; dopo una laurea in psicologia, per il suo master in scienze animali vuole studiare il comportamento del bestiame sulle rampe e nei sistemi di contenimento degli allevamenti e riuscirà a portare avanti la ricerca nonostante un iniziale rifiuto.

Ora Temple non è più una bambina, i suoi studi e i suoi interessi sono diventati il suo lavoro.

Lei è Temple Grandin e la sua vita, dall’infanzia a oggi, è raccontata da Beatrice Masini, con la sua scrittura poetica e misurata, in Siate gentili con le mucche. Il libro, per cui sono perfette le illustrazioni di Vittoria Facchini, è edito da Editoriale Scienza e fa parte di Donne nella scienza, una collana che amiamo molto e di cui vi abbiamo già parlato qui.

Vi abbiamo accennato qui sopra solo ai primi anni di vita di Temple, vi invitiamo a leggere il libro per conoscere chi è Temple Grandin adesso, qual è il suo lavoro e qual è la sua forza.  Il suo è un grande contributo alle conoscenze sull’autismo, ci dimostra, come potete ascoltare dalla sua stessa voce in questo suo intervento per TED, che il mondo ha bisogno di tutti i tipi di mente.

 

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