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“La creazione” di Dino Buzzati

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copertina creazioneDi chi hai paura, imbecille? Della gente che sta a guardare? Dei posteri, per strano caso? Basterebbe una cosa da niente: riuscire a essere te stesso, con tutte le stupidità attinenti, ma autentico, indiscutibile. La sincerità assoluta sarebbe di per se stessa un documento tale! Chi potrebbe muovere obiezioni? Questo è l’uomo, uno dei tanti se volete, ma uno. Per l’eternità gli altri sarebbero costretti a tenerne conto, stupefatti.

Ripensavo a La formula, di Dino Buzzati, mentre sfogliavo il suo racconto La creazione, illustrato da Gerda Märtens ed edito da Orecchio Acerbo. Siamo all’origine dell’Universo, l’Onnipotente ha costruito pianeti, stelle, nebulose, stelle comete ma, quando l’opera è ormai compiuta, uno degli angeli, lo spirito Odnom, ha una proposta, una cosa da nulla se paragonata a tutto ciò che è già stato creato: un pianeta di modeste dimensioni, con caratteristiche tali da far sì che al suo interno si verifichi il fenomeno della vita.

L’Onnipotente approva e così accorrono migliaia (forse milioni) di altri spiriti, tutti disegnatori, pronti a esporre il loro campionario di animali e piante. Comincia uno spettacolo straordinario in cui a ogni temperamento corrisponde un diverso progetto: ci sono gli umili, quelli che si sono dedicati alla base della vita, a loro si devono muschi, licheni, microrganismi e gli insetti più vari; ci sono poi i genialoidi, quelli che ci tengono a fare colpo e per questo motivo propongono creazioni a volte così bizzarre da dover essere bocciate, come un drago a dieci teste…

Tra i tanti spiriti, ce n’è uno che cerca di farsi avanti, seppur respinto indietro dagli altri, infastiditi dalla sua alterigia e petulanza. Alla fine, facendosi largo a gomitate, riesce a esporre il suo disegno che è quello di un animale dall’aspetto “decisamente sgradevole”: l’uomo. L’Onnipotente non sembra molto convinto.(“Bello, non lo direi”, osserva con delicatezza), per di più quello che per il disegnatore è un pregio, ovvero la ragione, per l’Onnipotente non può che essere un’ulteriore grana:

“Da’ retta a me, figliolo. Alla larga degli intellettuali. L’universo ne è esente, per fortuna, finora”.

Così il progetto non ottiene la firma necessaria per la sua realizzazione, intanto la creazione va avanti, la Terra si popola degli esseri più straordinari e l’Onnipotente, soddisfatto ma stanco, sta quasi per riposarsi… se non fosse per quell’inventore dell’uomo, quel noioso, così petulante…

La creazione, racconto presente nel Il colombre, raccolta del 1966, ci restituisce la riconoscibile e amata voce di Buzzati, lo sguardo visionario tanto quanto ancorato al reale, il mistero e l’ironia. Con lo stesso sorriso dell’Onnipotente, Buzzati ci descrive il disegnatore dell’uomo, quel “noioso” a cui però non si può che riconoscere la caparbietà, l’ostinazione, il coraggio che mi ha riportato alla mente, appunto,  La formula .

A illustrare il racconto è la giovane (classe 1987) Gerda Märtens, nata in Estonia dove, all’interno dell’Estonian Academy of Art, ha avuto la sua prima formazione, e trasferitasi dopo il diploma in Italia, per studiare, vivere e lavorare. Nelle sue mani l’Onnipotente si trasforma in un aristocratico signore, che si muove tra ascolto e distacco, che sa già tutto ma comunque domanda, a cui non sfugge, non può sfuggire, nulla. Tra le migliaia di spiriti e i loro progetti, illustrati con un dettaglio o per esteso, Gerda Märtens riesce anche a cogliere l’ambivalenza dell’inventore dell’uomo, che non vuole certo ispirare simpatia, ma il cui sguardo ostinato infine fa pensare anche a noi che “forse ne valeva la pena”.

 

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