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Bella (Les Mots Libres)

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Canizales, Bella, Les Mots Libres

Anche le streghe cercano di piacere, se incontrano l’amore.

Che sia un giovane e baldanzoso principe o un orco sporco e terrificante, è la solita storia: chissà se gli piacerò?

E anche una professionista della malvagità può essere assalita dai dubbi e dalle insicurezze.

L’appuntamento alla palude è alla solita ora, quando di notte esce per compiere i suoi sortilegi.

Imprigiona il suo corpo in un vestito sempre uguale.

Senza rischiare.

Risalta sul nero il tacco rosso, unico vezzo.

Cede all’inganno della bellezza.

Come se fosse in un reality, usa la bacchetta magica come un bisturi per raddrizzare la schiena, addolcire il profilo e sistemare l’acconciatura.

Si confonde, così, con la varia umanità e non si riconosce.

Allo specchio, la sua bella copia sfigura; non come accade all’altra strega, quella che crede di essere la più bella del reame.

Avete mai visto una megera con le fattezze di una fata? E se sì, è solo per un intervento di chirurga plastica.

Il travaglio è quello di una giovane adolescente (ma le streghe che età hanno?) allo sbando tra i giudizi affrettati e, a volte cattivi, degli amici, di quelli che incontri tutti i giorni, di cui ti fidi e a cui affidi la ricerca della tua identità.

La storia ci chiama a guardare con occhi limpidi e amorevoli le nostre figlie, a non chiedere loro di essere diverse, di lasciare che si accettino per quello che sono.

Qui, come non succede spesso, a dare bella prova di se è Orco.

Abituato ad essere fuori dagli schemi, riconosce la bellezza della Strega e le restituisce il coraggio di prendere in mano la sua vita e di fare a meno dei cattivi consiglieri. Forse BELLA esagera,  è pur sempre una strega…

Complice il chiaro di luna (dal profilo noto), l’amore trionfa e la storia continua. I due piccioncini (si fa per dire) decidono di vivere insieme (ho in testa Sergio Endrigo) in “una casa bella, bella davvero in via dei matti numero zero”.

A margine, una nota biografica su Orco.

Diciottenne, lascia la casa paterna. Si diploma all’Actors Studio di New York. Per alcuni anni, gira il mondo sotto mentite spoglie.

Lavora con i più grandi registi del genere horror e pulp: da George Romero a Dario Argento, passando per Quentin Tarantino. Appare nei loro più famosi film ma solo come comparsa.

Deluso per una carriera mai decollata, torna a casa.

Come il figliol prodigo, è riaccolto in famiglia e a lui sono affidate le chiavi del bosco, affinchè resti lugubre e maleodorante.

Si rassegna all’ingrato compito ma non alla sua natura. La condizione che pone è che non gli si chieda di mostrar ferocia nei confronti delle donne (che siano principesse o fattucchiere).

Orco sì ma della specie dei galantuomini.

Quello che succede con Bella, è stato già raccontato: s’innamora di una strega con la gobba, un naso a patata e il mento appuntito.

Anche gli orchi possono piacere, se incontrano l’amore.

Con Bella di Canizales parte la collana Alboom! – Gli albi col botto della casa editrice bolognese Les Mots Libres: “storie impertinenti e irriverenti, ma soprattutto un tramite per acquisire quegli strumenti per essere in mezzo al mondo, la porta che conduce il piccolo o grande lettore alla costruzione del proprio sé”.

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