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Zampe di cervo, reni freschi e orecchie a colazione!

Oggi Pappamondo ci ha portato in un villaggio di cannibali! O forse no?
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Tra una tortilla, un churro e una torrija, ci lasciamo ufficialmente alle spalle il Mediterraneo -e con esso il paese del flamenco e delle paella-,  per affacciarci sulle onde dell’Oceano Atlantico. E chissà… magari se aguzziamo la vista riusciremo anche a vedere la costa degli Stati Uniti!

Avete indovinato dove ci troviamo? In Portogallo naturalmente!

Oggi saremo ospiti di un popolo che apprezza la semplicità a tavola come nella vita, un popolo di pescatori, che vanta una varietà impressionante di ricette ittiche! E’ infatti noto che i portoghesi conoscono ben 365 modi diversi per cucinare il baccalà, uno per ogni giorno dell’anno.

Non temete, non voglio proporvi di mangiare baccalà per colazione: il migliore amico dei lusitani nelle prime ore della giornata è infatti il bolo!

Vi chiederete di cosa stia parlando…ebbene questo bolo non è un dolce in particolare, ma il nome di un’ampia categoria di dolciumi. Ogni pasticceria ne propone gli stessi 35 tipi, ognuno con un nome buffo e curioso. Se volete mimetizzarvi tra gli autoctoni (ma soprattutto farvi una bella scorpacciata) dovrete memorizzarli, proprio come si fa con i verbi irregolari!

Da questo vasto assortimento dolciario, ho selezionato quelli che mi sono sembrati i nomi più evocativi ed originali, per iniziare la giornata con un tocco di brio in più!

Gli chef di questo paese non sono secondi a nessuno in quanto a metafore  mangerecce. Potreste ritrovarvi a pasteggiare con:

  • Pata de veado, ossia “zampa di cervo”! Un dolce  in via d’estinzione, spesso investito dalle auto di automobilisti troppo spericolati.
  • Orelha, altrimenti detta “orecchia”. E’ l’ideale nel caso in cui nelle vostre giornate manchi un tocco di cannibalismo!
  • Xadrez, gli scacchi. Questo dolce è in realtà più simile a una scacchiera, ma appena sveglio nessuno ha voglia di ordinare un “tabuleiro de casas claras e escuras” (scacchiera in portoghese), così si è optato per un nome convenientemente meno laborioso.
  • Brisa, una brezza…deve certamente trattarsi di un dolce molto leggero.
  • Jesuita, un nome probabilmente dovuto alla glassa bianca che ricopre questo dolce e che richiama un po’ una tunica. Con cotanto nome, questo manicaretto non può che avere un sapore celestiale!
  • Guardanapo, ovvero il caro buon vecchio fazzoletto! Da piccoli non si poteva uscire di casa senza averne uno infilato nella manica o in tasca… in questo caso sarebbe meglio che finisse direttamente in bocca.

Ed ora la ciliegina sulla torta, ultimo ma non per importanza, il rene, il cui nome in lingua originale è Rim!

Questa perla di pasticceria altro non è che una pasta cotta al forno, ripiena di crema pasticcera e ricoperta di cioccolato, che ci richiama alla mente anatomiche similitudini per la sua caratteristica forma a fagiolo. Un piccolo peccato di gola, ottimo per stupire familiari e amici! Ed ecco a voi le istruzioni per la preparazione:

RICETTA/ RECEITA RIM DE CHOCOLATE

0,5 dl di acqua

1 dl di olio d’oliva

1 cucchiaino da the di zucchero

1 pizzico di sale

200 gr di farina

2 uova

2 albumi

2 tazze da the di crema pasticcera

200 gr di cioccolato in tavoletta

1 cucchiaio di burro

8 cucchiai di panna

 

Unite l’acqua all’olio, lo zucchero e il sale. Mettete il composto sul fuoco, portatelo ad ebollizione ed unite la farina tutta in una volta. Mescolate fino ad ottenere un impasto omogeneo, che si stacchi con facilità dal fondo della casseruola. Togliete la pentola dal fuoco, travasate il tutto in un altro recipiente e fatelo raffreddare.

Aggiungete poi le uova sbattute e di seguito gli albumi. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo. Coprite il recipiente e lasciate riposare per 15 minuti.

Scaldate il forno a 170°. Prendete l’impasto e travasatelo in una saccapoche con il beccuccio liscio e andate a modellare ciascun rene direttamente su una teglia precedentemente coperta con della carta forno (ricordatevi di lasciare uno spazio sufficiente tra un rene e l’altro!).

Cuocete per circa 30 minuti, dopo di che ritirate la teglia e lasciate raffreddare il tutto.

Aprite poi a metà i piccoli reni e riempiteli di crema pasticcera a piacere.

Infine preparate la copertura unendo il cioccolato fatto a pezzetti, il burro e la panna. Scaldate il tutto a bagnomaria, mescolando di tanto in tanto. Lasciate quindi raffreddare un poco il composto ed immergetevi i vostri “reni” uno ad uno. Lasciate asciugare la copertura e servite in tavola reni freschi!

Bom proveito a tutti!

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