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Toc, toc… casa Settenove? (Parte seconda)

Che cosa fanno le femmine? Come sono i maschi? Per avere un pensiero libero e un mondo migliore, l'unica via è l'educazione. Ecco l'idea si Settenove!
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Eh sì, siamo rimasti per un po’ in questa bella casetta nuova; ci tengono compagnia una principessa arcistufa di baciare rospi e di vestirsi di rosa, e un papà in dolce attesa.

Parliamo di maschi e femmine e di quanto sia meraviglioso e semplice essere se stessi. E però non è così semplice stare al di fuori dei meccanismi (anche linguistici) della stereotipia che vogliono raccontare della persona una unica storia.
Se sei bambina sarai certamente…
E se sei un bambino, sarai certamente…
Oppure no?
Ecco, la principessa e il papà che abitano in questa casa abitano anche in questo ‘no’.
La principessa dovrà ripetere molte volte di essere una bambina e non una rosa delicata che può svanire al primo colpo di vento, una bambina con tante possibilità davanti a sé e infinite strade da prendere (e infiniti colori da amare, oltre il rosa). Il papà racconterà la grande emozione e anche la fatica di essere accanto a suo figlio senza poter crescere insieme a lui come fa la mamma.

 

pancia

Questi libri mi hanno ricordato una delle più grandi sfide dell’educazione, quella di non cadere nello stereotipo di ciò che ci si attende dai nostri ragazzi o dai nostri figli. E mi hanno fatto venire alla mente una cosa che mi disse una volta Silvana De Mari, scrittrice fantasy di straordinaria forza – lei una volta mi disse: e stai attenta quando parli alle tue figlie, di non dire le parole ‘sempre’ e ‘mai’, di dire piuttosto ‘questa volta’ o ‘qualche volta’ perché presa dalla rabbia del momento (in caso di guai e sgridate) vai a camminare in una strada che chiude la bambina in un percorso ‘sempre’ uguale, ‘mai’ possibile di cambiamenti futuri, di progressione mentale, emotiva.
Insomma, si rompe o si incrina la relazione di fiducia e scambio tra genitore e figlio, tra educatore e bambino.

Così, salutando questa casetta nuova, piena già di idee preziose, non mi rimane che dire che questa Principessa e questo Papà sarebbero strumenti niente male per qualche ipotesi di lavoro sulla scrittura nella scuola primaria, invitando i bambini a scrivere e disegnare tutto quello che (secondo loro) nessuno si aspetterebbe mai da ciascuno di loro.
Tutto ciò che ne verrebbe fuori, credo che potrebbe donare agli adulti un bel paio di occhi nuovi.


 

 

 

 

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