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The Stone. La settima pietra (Piemme)

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Guido Sgardoli, The Stone. La settima pietra, Piemme

È stato molto bello leggere The Stone di Guido Sgardoli (edito da Piemme), essenzialmente per due motivi.

Prima di tutto, per quanto l’offerta editoriale per ragazzi sia sempre più ricca, una (buona) produzione di genere legata all’horror e al thriller è limitata.

Il secondo motivo è dato dalla costruzione del romanzo, che non è solo un horror, ma presenta una trama complessa e ben organizzata, con un perfetto equilibrio tra momenti di sospensione e paura e momenti più leggeri, che danno respiro alle pagine e al lettore (anche quello più fifone, come me) e permettono di rimettere in sesto le idee per fare ipotesi su ciò che sta avvenendo e ciò che avverrà.

L’attenzione nella costruzione della trama da parte dell’autore fa sì che sia predominante il piacere della lettura che procede senza inciampi, senza passi falsi o punti che non tornano, permettendo di immergersi totalmente nella storia, nella sua atmosfera e nei suoi misteri.

Le pietre e la loro memoria

The Stone è ambientato a Levermoir, una piccola isola (immaginaria) al largo della costa irlandese.

Essendo l’isola piccola, tutti si conoscono e la vita scorre tranquillamente.

Certo, non tutto è tranquillo, come in ogni vita c’è qualcosa che va storto, problemi personali e familiari di entità più o meno grave. C’è poi chi vive un vero e proprio dramma, come Liam che ha perso la madre da poco per un incidente, e ora è un po’ come se vivesse da solo perché il padre, già di per sé poco loquace, è spesso assente o perché a pesca (il suo lavoro) o perché è a bere in un pub.

Già nelle prime pagine, però, avviene un fatto che sconvolge la vita degli isolani: Liam, che ha saltato la scuola, scorge il corpo di un uomo pendere dal faro. Si tratta di Meekan Corry, il farista. Suicidio? Apparentemente. Ma da subito qualcosa non torna.

Proprio sotto il faro Liam trova una pietra con sopra delle strane incisioni. La raccoglie immediatamente, ne è colpito anche perché gli ricorda una pietra che sua madre aveva nascosto nella loro serra e ritrovata dopo la sua morte. Le due pietre, accostate, si uniscono, attratte da una strana forza, e diventano una cosa sola.

La curiosità del ragazzo cresce sempre di più e le sue indagini, congetture ed esplorazioni coinvolgono da subito i suoi amici più cari, Midrius e Dotty, e in seguito anche la figlia del sindaco, per la quale scopre di avere una cotta.

Ben presto la storia comincia a crescere e a diventare più oscura. Nell’isola si verificano continui fatti tragici: morti sospette, incendi dolosi, sparizioni, strani incidenti stradali, atti di violenza inaspettata tra gli isolani. Sembra che, senza più alcun freno, vengano fuori antichi e nuovi rancori. Le persone più inaspettate si macchiano di azioni delittuose e l’intera comunità sembra una bomba sul punto di esplodere.

L’intreccio del romanzo merita di non essere rivelato e di essere lasciato interamente al piacere della lettura. Nella prima e nella terza parte del libro troverete la voce narrante in prima persona del protagonista, Liam; nella parte centrale, invece, la voce narrante è in terza persona, un passaggio che lascia inizialmente straniti, giusto il tempo di adattarsi al nuovo punto di vista esterno che segue alcune vicende che gli occhi di Liam non potrebbero raccontarci in prima persona.

Le tre parti (Le pietre hanno memoria, Le pietre parlano, Le pietre mordono) raccontano un crescendo nell’attività delle pietre misteriose, la cui minaccia sembra sempre più vicina e inevitabile.

Qual è la loro storia? Qual è il loro potere? Che cosa potrà fare Liam mentre osserva l’isola andare verso la sua fine?

Debiti e suggestioni

Come Sgardoli rivela nella Nota finale, il libro deve molto ad alcune suggestioni personali. La principale è certamente quella rappresentata dai siti megalitici (come Stonehenge o le Tombe dei Giganti in Sardegna…); poi vi sono i debiti nei confronti dei romanzi di Stephen King (il gruppo di ragazzi rappresentato da Liam e dai suoi compagni di avventura fa tornare subito in mente l’intramontabile It), della serie Children of the Stones, risalente al 1977, e della più recente serie televisiva Twin Peaks di David Lynch.

The Stone mescola tutte queste suggestioni per farne un racconto assolutamente originale, che consiglio a chi pensa che leggere sia anche restare con il fiato in sospeso.

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