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Oliver Twist… un nome, un destino

Oliver Twist balla il tip-tap in Hyde Park a Londra, lo avreste mai detto?
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Passeggio per Hyde Park  in una gelida mattina londinese. Cerco Oliver Twist, mi hanno detto che l’avrei trovato qui. Per riscaldarmi butto giù litri di questa robaccia che gli inglesi hanno il coraggio di chiamare caffè. Cammino e mi guardo intorno, scoiattoli, venditori di frittelle, capannelli di persone davanti agli artisti di strada; mi soffermo davanti ad uno di questi, è un ballerino di tip tap.

Lo osservo fino alla fine del numero, lascerò una monetina perché è davvero bravo. Il ragazzo passa col cappello in mano e mi fa:

– Due minuti e sono da lei –

Ops, dev’essere Oliver. Dopo aver messo da parte gli spiccioli raccolti s’avvicina e mi saluta con un sorriso a 64 denti:

– Buongiorno miss Laura –

Fa freddo ma la sua mano è bollente ed ha ancora il fiatone dopo il balletto.

– Ciao Oliver – rispondo – Come hai fatto a riconoscermi? –

– Sa com’è, qui ormai conosco tutti, e lei aveva proprio l’aria di cercare qualcuno … –

– Bene, sei un attento osservatore, devi essere proprio un tipo smart! Dove andiamo a fare due chiacchiere? –

– A casa mia, mi segua, non è lontano, le offro un tè –

– Ok –

Camminiamo a passo spedito per 10 minuti senza parlare. Oliver saluta tutti, passa davanti ad una bottega e la commessa gli porge del pane e del burro, Oliver ringrazia e andiamo avanti.

Dopo un altro paio di minuti arriviamo in un vicolo molto stretto, alla fine del vicolo, preceduta da 3 gradini c’è la casa di Oliver.

È piccola e calda, in cucina un signore anziano ma dall’aria molto distinta sta mettendo il bollitore sul fuoco.

– Miss Laura le presento Mr.Brownlow –

– Salve – dico avvicinandomi e tendendogli una mano congelatissima.

– Buongiorno – risponde Mr.Brownlow – la farò riscaldare immediatamente con una tazza di tè bollente! Oliver prendi le tazze e fa gli onori di casa –

Così Oliver prende 3 tazze, 3 cucchiaini, taglia il pane, gli spalma sopra del burro ed io già penso che si tratti di un ragazzino adorabile.

– Allora Oliver, trattandosi di un’intervista non posso fare a meno di chiederti di parlarmi delle tue vicissitudini passate … –

Il ragazzo si rabbuia, lancia uno sguardo a Mr.Brownlow come se ne volesse il consenso, che arriva con un cenno del capo .

– Me la sono cavata, ero proprio finito in un brutto giro. Adesso vado a scuola e il sabato mattina qualche volta mi esibisco ad Hyde Park. Non ho scordato i tempi in cui passavo le mie giornate per strada, così nel tempo libero ho il permesso di tornarci e di esercitare il mio tip tap … faccio parte del corpo di ballo della mia scuola … –

– Ed è anche bravo! – interviene Mr.Brownlow – Sono molto fiero di lui –

– Bene, questo sì che è uno scoop … Oliver un ballerino … E con i soldini che racimoli ad Hyde Park che ci fai? –

– Li metto da parte perché un giorno vorrei entrare al London Ballet! –

– Ma allora fai proprio sul serio! Spero che il tuo sogno si realizzi Oliver, te lo meriti. E dimmi vedi ancora qualcuno dei bimbi che frequentavi un tempo? –

– No, sa, non tutti hanno cambiato stile di vita, molti sono ancora per strada e sono ormai dei ladruncoli esperti, ed io ho promesso a Mr.Brownlow di non vederli più –

– Oh certo, meglio così – faccio io – È stato un piacere conoscerti, caro Oliver, adesso è meglio che vada a prendere la metro per tornare in albergo. A proposito, da che parte la trovo? –

Oliver mi accompagna alla porta e mi sussurra all’orecchio:

– Non si preoccupi, qualcuno l’accompagnerà –

Mi saluta e chiude la porta. Io esco dal cortile e non so se andare a destra o a sinistra, faccio per chiedere a qualcuno quando due ragazzini mi si avvicinano:

– Di qua, Miss Laura, ci segua, l’accompagniamo noi –

– Noi chi? – faccio io

– Non si preoccupi ci manda Oliver. Siamo stati nella stessa banda anni fa … –

– Ma mi ha appena detto che non vi frequentava più! –

– Lo ha promesso a Mr.Brownlow, non vuole dargli un dispiacere. Oliver qualche volta ci viene a cercare, ci porta qualche libro dalla biblioteca, ci fa vedere i suoi compiti, insomma, grazie a lui anche se non andiamo a scuola in qualche modo studiamo anche noi –

– Che bravo figliolo – penso io, ma … un momento … non m’aveva detto che erano dei ladruncoli? Meglio tenere gli occhi aperti, non si mai!

 

 

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