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Mare Matto

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mare matto

Pronti per un’immersione?

Lasciate a casa la ciambella, le pinne, la maschera e il boccaglio.

Non riuscite ad andare sott’acqua senza un tappino per il naso?

Questa volta non avrete bisogno di nulla, il mare ha il colore bianco delle pagine di un libro sulle quali, come in una danza a volte leggera a volte scatenata, si muovono i protagonisti delle rime di Mare Matto, di Alessandro Riccioni e Vittoria Facchini (edito da Lapis).

La balena non si vede, ma è sempre pulita e ci si può fare la doccia con lo spruzzo che le esce dallo sfiatatoio

(È sempre pulita / la grande balena: / si porta la doccia / in cima alla schiena).

Al calamaro bisogna stare attenti, perché con il suo inchiostro può farci un occhio nero

(Se al calamaro / tu dai del somaro, / lui si arrabbia davvero / e ti fa un occhio nero).

La cicala di mare è sola e quasi rimpiange la noiosa e previdente formica che non può sentirla cantare

(Non ha neanche un’amica / la cicala di mare / e nessuna formica / che l’ascolti cantare).

Il nostro sguardo languido e dolce, quando ci innamoriamo, è lo sguardo da “triglia” che in effetti ritroviamo proprio nella triglia innamorata

(S’innamora la triglia / e fa occhi di fiamma, / al mio babbo assomiglia /quando guarda la mamma).

Tante sono le creature marine incontrate, si presentano pagina dopo pagina, rigorosamente in ordine alfabetico, dalla A di Acciuga alla V di Vongole (e cozze), possono essere note e meno note ai piccoli (e grandi) lettori. Le pennellate scivolano morbide sulle pagine, accompagnate da tratti di disegno che definiscono occhi o particolari delle figure.

Il mare è popolato anche da creature fantastiche, impossibili da cogliere all’amo, come le sirene, che con mani e stelle marine cercano di tapparsi le orecchie per non sentire il canto della cicala di mare, bambini che nuotano e giocano; tra le onde c’è anche Pinocchio con il tonno che dovrebbe portarlo in salvo e che invece dorme su un materasso di alghe (Oh, svegliati, tonno!).

Un albo pieno di movimento, con rime da leggere ad alta voce, andando – come le onde – avanti e indietro senza timore alcuno di perdersi. Tornare sulle pagine già lette vuol dire spesso scoprire qualche particolare dapprima non visto, come nascosto sotto qualche conchiglia.

Si sentono, quasi, le risate delle sirene, si vede qualcuno che sobbalza per lo stupore, la vitalità scorre da una pagina all’altra, come è giusto che sia in un elemento liquido e senza confini.

Leggere è anche un invito a dar voce (con altre rime e colori) a nuovi personaggi, perché questo libro non è un acquario da guardare da dietro un vetro ma un vero e proprio mare in cui immergersi, gioioso e infinito.

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