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La cacciatrice di fossili (Editoriale Scienza)

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cacciatrice di fossili

Annalisa Strada, illustrazioni di Daniela Tieni, La cacciatrice di fossili, Editoriale Scienza

Un anno fa, in occasione della Bologna Children’s Book Fair, era stato presentato Ragazze coi numeri, un elegante e bel cartonato pubblicato da Editoriale Scienza per festeggiare i 15 anni della collana Donne nella Scienza attraverso i ritratti di 15 donne straordinarie.

A distanza di un anno, sempre in occasione della Fiera bolognese, è stato presentato La cacciatrice di fossili, il nuovo arrivato di questa collana che amiamo molto per il suo modo di raccontare la vita di donne che hanno dato un importante contribuito alla scienza, mostrandone tutta la complessità del vissuto e del percorso.

La figura di Mary Anning, la protagonista del libro, mi era del tutto ignota e questo credo sia un altro punto di forza di una collana che riporta alla luce storie di donne altrimenti destinate a perdersi o a rimanere sconosciute ai più.

Anche questa volta la narrazione è tutta al femminile, affidata alla penna del premio Andersen Annalisa Strada e alle illustrazioni delicate e senza tempo di Daniela Tieni, dove alle figure umane si intrecciano i paesaggi che fanno da sfondo alla storia e le creature preistoriche, a volte fossili a volte presenze vive.

Nel posto giusto

Come negli altri volumi della collana, è la stessa protagonista la voce narrante della storia, una storia che comincia dalla data di nascita, il 21 maggio del 1799. Mary Anning proviene da una famiglia molto povera, ma – pur tra mille difficoltà – il suo destino è segnato da alcune condizioni favorevoli.

Prima di tutto il luogo e il tempo in cui nasce e vive, Lyme Regis, “un paesino arroccato tra la scogliera e il mare, nel sud dell’Inghilterra, in una regione che si chiama Dorset”. Una particolarità di Lyme Regis è infatti quella di essere una zona ricca di fossili, la cui ricerca è favorita dalle mareggiate e dai frequenti crolli e dalle frane delle alte scogliere. A fine Settecento gli studi  al riguardo erano ancora pochi, i fossili erano per lo più visti come pietre strane, con particolari poteri e a cui venivano dati nomi suggestivi (artigli del diavolo, denti di squalo, ali di angelo…).

Poi, fondamentale come le scogliere del Dorset è la figura del padre. Il padre di Mary Anning era infatti il falegname del paese, ma era conosciuto soprattutto come il “cacciatore di fossili”.

Trovare, raccogliere e ripulire i fossili richiedeva molta abilità, attenzione e una mano delicata. Il padre di Mary aveva cominciato le sue ricerche osservando i cercatori più esperti, da loro aveva appreso tutto, anche le sue poche conoscenze tecnico-scientifiche, diventando così sempre più abile. I fossili trovati li vendeva, una volta ripuliti, ai turisti o alla gente del luogo che li ricercava per le proprietà terapeutiche.

Nonostante avesse anche un fratello maschio e nonostante l’iniziale disapprovazione della madre, è Mary sin da piccola a seguire assiduamente il padre nelle sue ricerche. Lui le insegna tutto: a conoscere bene l’alta marea, per non farsi cogliere sulla spiaggia impreparata, rimanendo bloccata e rischiando di annegare, a trovare e pulire i fossili e le trasmette anche le sue – seppur scarse – conoscenze.

Dal cacciatore di fossili alla cacciatrice di fossili

È piccola, Mary, quando il padre muore, nel 1810, lasciando una vedova incinta, un ragazzo e lei, ancora bambina. Il rischio per tutti loro è di finire in un’ospizio dei poveri; Mary intuisce subito che il padre, oltre ai debiti, le ha lasciato in eredità un’abilità che può portare alla famiglia il denaro sufficiente per sopravvivere, anche perché sono sempre più numerosi i signori eleganti provenienti dalle grandi città universitarie (Oxford, Londra…) in cerca di fossili.

È sempre il 1810 quando, a soli 12 anni, Mary porta alla luce (dapprima la testa e un anno dopo il resto del corpo) quello che poi, nel 1841, prenderà il nome di Ittiosauro, cioè “lucertola di mare”.

La narrazione di Annalisa Strada segue così le principali scoperte di Mary: trova dapprima un secondo Ittiosauro, nel 1823 porta alla luce un animale che sembra metà serpente metà tartaruga e che sarà chiamato in seguito Plesiosauro; nel 1828 scopre il corpo di quello che verrà individuato come uno Pterodattilo, scoperta alla quale seguiranno quella di uno squalo razza e di un altro Plesiosauro…

In un mondo di uomini

Grazie alla sua attività frenetica e instancabile, tanti sono stati i reperti fossili portati alla luce dal lavoro di Mary Anning, che – nonostante tutti i suoi meriti – restava una persona non istruita e… una donna. È soprattutto il fatto di essere una donna a condizionarne la vita e i risultati: in paese, da sempre è guardata con diffidenza perché non è sposata e per la sua strana attività; pur diffondendosi sempre più il suo nome tra gli studiosi e gli accademici (tutti uomini), questo non compare quando i reperti da lei trovati e ripuliti vengono esposti e c’è anche chi mette in dubbio e ne scredita il lavoro (per poi doversi ricredere).

Fortunatamente Mary Anning incontrerà sul suo cammino anche studiosi con cui confrontarsi e pronti a riconoscerne le scoperte, oltre alla cara amica Elizabeth Philpot, collezionista e appassionata di fossili, suo sostegno anche economico durante le difficoltà iniziali.

Compensando la mancanza di istruzione con la curiosità, l’intelligenza e con un grande intuito (oltre a un’ottima manualità appresa dal padre e coltivata per anni), Mary Anning finirà per essere riconosciuta anche negli ambienti accademici, lì dove le porte per le donne erano chiuse, qualunque fosse il loro ceto.

Geologia e paleontologia

In fondo al volume, negli Approfondimenti, sono presenti due schede, una dedicata alla geologia e una alla paleontologia. Nella prima si ricorda ai lettori che fino a inizio Ottocento si credeva, in accordo con la Bibbia, che la Terra avesse solo poche migliaia di anni, ma la scoperta dei fossili, sin da metà Settecento, metteva in dubbio questa certezza. Mary Anning visse proprio nel periodo in cui nasceva e prendeva piede la nuova disciplina della geologia, in una zona soprannominata Jurassic Coast proprio per la sua ricchezza di fossili.

Nella scheda sulla paleontologia scopriamo, invece, qualcosa in più sui primi paleontologi, gli stessi che Mary incontrò sul suo cammino, tra amicizie e mancati o tardivi riconoscimenti. Il testo ci ricorda che per Mary Anning fu difficile un riconoscimento non solo in quanto donna non sposata: le origini della paleontologia infatti sono state segnate da gelosie, furti di attribuzioni e gomitate in cerca di notorietà.

 

 

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