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Jacob Due-Due in alto mare

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Jacob Due-Due in alto mare, Cary Fagan (illustrazioni di Mauro Ferrero), Biancoenero Edizioni

Sono tre i libri per bambini di Mordecai Richler, tutti pubblicati da Adelphi (casa editrice a cui si deve, tra gli altri, anche la pubblicazione del volume più celebre dello scrittore, La versione di Barney): Jacob Due-Due agente segreto, Jacob Due -Due contro Zanna Incappucciata, Jacob Due-Due e il dinosauro.

Prima di morire nel 2001, Mordecai aveva iniziato a scrivere una quarta avventura per il giovane protagonista delle sue storie; per non lasciare l’opera incompiuta, la sua casa editrice ha così passato il testimone a Cary Fagan, pluripremiato autore per ragazzi, anch’egli canadese e grande estimatore di Richler.

Partiamo dal nome del protagonista: perché Jacob Due-Due?

“… perché aveva 2 + 2 + 2 anni e anche perché a casa sua nessuno lo ascoltava mai quando parlava, e lui doveva sempre ripetere le cose due volte”.

Jacob Due-Due ormai si è abituato al suo nome, ma qualcosa sta per cambiare e lo rende inquieto: presto sarà il suo compleanno e quindi non avrà più 2 + 2 + 2 anni ma 2 + 2 + 2… + 1 e quindi come lo chiameranno? Jacob Due-Due più Uno!

La possibilità di questo nuovo soprannome lo preoccupa così tanto che, come unica soluzione, gli viene in mente qualcosa di inconcepibile, soprattutto per un bambino: far di tutto perché il giorno del suo compleanno passi inosservato.

Tutti, mamma, papà, le due sorelle più grandi (Emma e Marfa) e i suoi due fratelli anch’essi più grandi (Daniel e Noha), dovranno dimenticare il suo compleanno, pur richiedendo ciò un piccolo-grande sacrificio, ovvero la rinuncia a regali e festeggiamenti.

Il destino viene in aiuto a Jacob Due-Due perché i genitori comunicano ai figli che dall’Inghilterra traslocheranno in Canada, patria originaria del padre, a Montreal, attraversando l’oceano a bordo di un transatlantico.

La storia, sin dalle prime pagine, si rivela divertente e bizzarra; prima di tutto la nave su cui si imbarca la famiglia non trasmette molta sicurezza: è vecchia e arrugginita, dulcis in fundo… si chiama Colabrodo

Il capitano della nave si chiama Dentesplendente e, anche per lui, il nome è un programma: nella sua uniforme bianca, con gli occhi azzurri e i capelli biondi, con un sorriso dai denti bianchi e splendenti, accoglie gli ospiti della sua nave ma in quanto a conoscenze tecniche sulla navigazione e l’orientamento non sembra molto preparato, a differenza del primo ufficiale Mr. Mangiapane, un tipo molto meno sorridente ma certamente più affidabile.

Ci mette poco, Jacob, a rendersi conto che i passeggeri della nave Colabrodo non sono passeggeri comuni: ci sono i fratelli Bubov, tre acrobati in viaggio per raggiungere un circo, Percy Patacca, un ventriloquo con il suo pupazzo Hector, il signor Jethro Peadboy, inventore di giocattoli sconosciuto perché le sue idee (come il pallone da basket quadrato) non hanno mai avuto molto successo.

Tra tutti, Jacob conosce una bambina della sua età e della sua stessa altezza e ne è subito colpito: frangetta, occhi verdi, cappotto, cappello bianco e scarpe di vernice col fiocco; ha un nome lunghissimo e di nobile famiglia, ma lui la può chiamare semplicemente Cindy.

I due piccoli saranno affidati, per le ore di svago, al primo ufficiale Mr. Mangiapane, ma da subito qualcosa non quadra: loro due, i più piccoli della nave, vengono impiegati per i lavori più duri: spalare il carbone o pulire il ponte della nave. Come è possibile?

Ma chi è veramente Mr. Mangiapane? La comparsa all’orizzonte di una nave pirata svela qualche mistero…

Ad accompagnare l’avventura di Jacob Due-Due, le illustrazioni di Mauro Ferrero (che abbiamo già apprezzato in La strana collezione di Mr. Karp, un altro libro di Cary Fagan sempre pubblicato da Biancoenero Edizioni) giocano con le ombre e con il colore rosso a dare vita a immagini in bianco e nero.

Un romanzo breve pieno di personaggi e di movimento, tutto scorre, anche i momenti che potrebbero destare un po’ di paura e incertezze sulla propria sorte, con piacevolezza e con un sorriso sulle labbra del lettore e – almeno così si sente, pur non avendolo visto all’opera – dello scrittore.

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