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El Pavarott

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elpavarott_2015Ivan ha dodici anni e la sua vita è segnata dalla presenza del padre così tanto da essere chiamato, in paese, Modestino (diminutivo di Modesto, il nome del babbo) e “figlio del Pavarotti”.

Del soprannome Modestino ne farebbe volentieri a meno, invece essere il figlio del Pavarott non gli dispiace affatto. Suo padre, infatti, è grasso e ha la barba proprio come il celebre Luciano Pavarotti, ma di Pavarotti non ha la fama. Ivan sa che suo padre è diverso dagli altri papà, ma non sa bene il perché. Lo capisce pian piano, crescendo, rendendosi conto che il padre non è molto stimato in paese, il motivo lo scopre a dodici anni, dapprima grazie agli amici Fabio e Caramellino, poi con una mezza confessione dello stesso padre: il Pavarotti è un contrabbandiere, compra le sigarette nella vicina Svizzera e le rivende in Italia, per questo ogni tanto finisce in galera. Nella sua confessione al figlio, Modesto parla di questa attività al passato e con dispiacere, anche se a Modestino scappa da ridere perché gli sembra che il padre stia un po’ recitando la parte dell’afflitto (“Avrei voluto dire perciò a mio papà: “Ma va’ là. Non raccontare balle”).

Ivan (anche ora che sa un po’ di verità) è sempre dalla parte del padre, su questo non ha dubbi. Lo ama più di chiunque altro, d’altronde la mamma non ce l’ha, non sa neanche se sia morta o viva e, apparentemente, non gli interessa più di tanto. Pur borbottando o essendo preoccupati per lui, dalla parte del Pavarotti ci sono anche suo padre, la sorella (zia Lisetta) e Carmen (che Ivan chiama zia, ma che in realtà è un’amica di zia Lisetta).

Ora che ha più di quarant’anni, Modesto, anche per amore del figlio, sembra intenzionato a non prender più cattive strade, vuole lavorare ma che cosa sa fare? Dice di saper vendere, ma che cosa?

Una prima attività commerciale, un negozio di elettrodomestici, dopo l’entusiasmo iniziale, si conclude solo con debiti e la chiusura del negozio (al quale si dedicavano alla fine solo il nonno e zia Lisetta). Il Pavarott è nuovamente in prigione, ma qualcosa nella sua vita sta per cambiare…

A volte, oltre al sostegno dei propri cari, serve anche un piccolo aiuto esterno, qualcuno che dia fiducia a chi non è abituato a riceverla.

Come diceva Yogi Berra, il celebre giocatore di baseball, “It ain’t over ‘til it’s over” e anche nella vita di Ivan e del padre tutto può inaspettatamente cambiare.

Luca Doninelli, giornalista e già autore di libri per adulti e per ragazzi, affida il racconto alla voce narrante di Ivan, attraverso i suoi occhi e il suo affetto conosciamo el Pavarott e il ragazzo, attento a ciò che un giovane lettore può sapere o meno, si sofferma, nelle note, a raccontare le storie dietro ad alcuni nomi, a spiegare espressioni dialettali o anche solo a lasciare spazio ai suoi pensieri.

In libreria, Luca Doninelli, El Pavarott, Piccola Casa Editrice.

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