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Bob Dylan. 99 motivi per riscoprirlo assieme a tuo figlio

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Bob Dylan

 

Jordi Sierra I Fabra, Bob Dylan. 99 motivi per riscoprirlo assieme a tuo figlio (De Agostini)

Certamente colpisce sin dalla copertina il libro di Jordi Sierra i Fabra: un ritratto fortemente grafico, in pochissimi tratti, senza naso né bocca, solo occhiali scuri e tanti riccioli eppure, anche senza leggere il titolo, subito riconoscibile. Nella quarta di copertina, altri due indizi: una chitarra e una armonica a bocca: essenziale ma chiaro… per chiunque? No, perché a un ragazzo di oggi quel ritratto e quel nome potrebbero non dire nulla. Come raccontare a loro chi è Bob Dylan?

Un intero libro ci prova, scegliendo la strada di una narrazione per capitoli brevissimi, ripercorrendo in 99 punti le tante tappe della sua vita dalla nascita al 2016, lasciando i puntini di sospensione su quello che è ancora di là da venire.

Pur non essendo una vera e propria biografia, gli è molto vicino; i 99 motivi per riscoprire Bob Dylan (e per conoscerlo, a seconda dei casi) seguono un ordine cronologico, partendo da Duluth, capoluogo della Contea di St. Louis, nello stato del Minnesota: è qui che nasce Robert Allen Zimmerman, figlio di Abraham Zimmerman e Beatrice Stone, commercianti ebrei di classe media, nel 24 maggio 1941. A soli sei anni la famiglia si trasferisce a Hibbing, altra piccola città, anch’essa nel Minnesota, vicina alla frontiera canadese. Robert a dieci anni riceve in dono la prima chitarra e la prima armonica, presto arrivano i primi versi, le prime canzoni e tanta curiosità per la musica da soddisfare in Crippa’s (il negozio di dischi più fornito della città), il primo gruppo (The Golden Chords) nato e sciolto, il suo primo amore (Echo Star Helstrom, al penultimo anno delle superiori)… A 17 anni Hibbings gli sta stretta e appena può, in sella alla sua Harley Davidson, se ne va a Minneapolis, la città più popolosa del Minnesota, girando tra i negozi di dischi e i club, presentandosi già come cantante e come Bob Dylan, anche se la prima esibizione ufficiale come Bob Dylan è del settembre 1959.

L’iscrizione alla facoltà di Lettere, le prime esibizioni e il primo cachet (di soli tre dollari a serata) a Minneapolis, le prime canzoni folk… veloce scorre il tempo che lo porterà tra l’autunno del 1960 e l’inizio del 1961 ad abbandonare l’università e a trasferirsi a New York.

Siamo a questo punto al motivo numero 10 ma tanto ancora c’è da scrivere sulla storia di Bob Dylan. Ritroviamo alcuni passaggi chiave: un libro ricevuto in dono che cambia la sua vita (Questa è la mia terra, autobiografia di Woody Guthrie), il quartiere del Greenwich Village, il rapporto con Suze Rotolo, la prima recensione positiva scritta da Robert Shelton sul “New York Times”, l’incontro con il celebre produttore John Hammond, il contratto con la CBS, l’incidente in moto il 26 luglio del 1966, incontri, battaglie legali, la conversione al cristianesimo… il tutto accompagnato dalla colonna sonora dei suoi dischi e dai concerti che lo portano in giro per il mondo.

Jordi Sierra I Fabra, direttore e fondatore di alcune tra le principali riviste musicali spagnole (come “El Gran Musical”, “Disco Exprés”, “Popular 1” e “Top Magazine”), ricorda nel Prologo il giorno in cui ascoltò per la prima volta, sulle frequenze di radio Luxemburg, Like a Rolling Stone e, pur non capendo le parole del testo, sentì che qualcosa gli stava accadendo, da qui, nonostante la ricerca infruttuosa del disco a Barcellona, una grande passione da quel momento mai più spenta.

Anche io ricordo chiaramente il giorno in cui conobbi, per caso, Bob Dylan. In uno dei primi anni del liceo, su iniziativa di uno dei professori, era nata una piccola biblioteca di classe (non ne ho particolare memoria, ma sono quasi certa che fossero suoi libri che metteva a nostra disposizione); una mattina con grande gioia di tutti nel vedere sfumare una possibile interrogazione, ognuno di noi parlò delle sue letture preferite e poi a ognuno venne assegnato un libro. Tra questi, ce n’era uno per cui nessuno aveva alzato la mano, poco attraente perché non si trattava di racconti o romanzi, era un volume in un’edizione economica, ma il cui contenuto non valeva le poche lire esposte in copertina (sì, erano i tempi delle lire ancora): Bob Dylan, Blues Ballate e canzoni, con testo inglese a fronte e introduzione di Fernanda Pivano.

Ora, qualche anno è passato da quei giorni (giusto due-tre…) e non mi ricordo molto di quello che pensai mentre leggevo i testi delle canzoni, ricordo solo che l’impatto fu forte, un muro che cade e dà avvio a una serie di scoperte: comprai un cd, me ne feci prestare qualcun altro, in libreria tra le prime esplorazioni da sola scovai Tarantola e lo acquistai felice (lo lessi, ci capii poco e nulla, questo lo ricordo, ma continuai a leggerlo e gli attribuii i significati e il senso che potevo e volevo dargli allora). Tutto questo per dire che l’unica pecca, se così si può dire, di questo volume è nella traduzione italiana 99 motivi per riscoprirlo assieme a tuo figlio – nel titolo originale  99 razones para amarlo (o no) –: anche se (quasi sempre) c’è qualcuno da ringraziare per una scoperta o una passione, è bello ricevere un libro in dono o regalarselo con i propri risparmi e poi scoprire che cosa ci aspetta da questo incontro da soli. Sarà bello, alla fine della lettura e delle scoperte a questa legate (scoperte certamente facilitate dai mezzi attuali) incontrarsi e raccontarsi tutto, tra genitori e figli oppure, a propria volta, presentare il nuovo mondo appena scoperto a un amico che ci dice: “Bob Dylan, chi?”.

 

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