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Amos e Boris (Rizzoli)

Amos il topo e Boris la balena: due grandi amici così diversi ma così capaci di volersi bene. Due meravigliosi personaggi usciti dalla penna di William Steig.
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amos e boris

William Steig, Amos e Boris, Rizzoli

Questa volta, trattandosi di un albo del grandissimo William Steig, comincerei proprio dicendovi qualcosa su di lui, nel caso in cui non lo conosceste. Steig, americano, è stato per moltissimo tempo illustratore per The New Yorker poi, negli anni ’60 iniziò a pubblicare albi illustrati e nel 1970 vinse la sua prima Caldecott Medal. Tra i suoi libri più amati ce n’è uno che di sicuro conoscerete tutti: Shrek! che ispirò il famoso film della DreamWorks.

Fatte le dovute presentazioni adesso parliamo di questa tenera storia d’amicizia tra un topo e una balena: Amos e Boris. Adesso vi chiederete: come hanno fatto due esseri così diversi a diventare amici? Il primo è un minuscolo abitante della terraferma, il secondo un gigante dei mari. Eppure, tutto è possibile, soprattutto nelle favole!

Amos è un topo che ama il mare così tanto da decidere di costruirsi una barca per poterlo finalmente attraversare. Una notte s’incanta a osservare un banco di balene che maestose volteggiano tra le onde e… Splash… finisce in acqua vedendo la sua barca allontanarsi alla deriva. Quando ormai il piccolo Amos non sa più cosa fare e cosa pensare decide di mettersi a galleggiare e aspettare, ma ecco che dalle onde emerge il muso di Boris, la balena. I due si presentano e, appurato di essere entrambi dei mammiferi, Boris offre un passaggio verso la terraferma al topino. Il viaggio è lungo e i due si raccontano le loro vite, i desideri, i progetti per il futuro e alla fine del viaggio sono diventati grandi amici. Prima di separarsi Amos promette a Boris che per sempre potrà contare sul suo aiuto. La balena, triste per dover allontanarsi dall’amico, se ne va un po’ perplessa: come farà un topolino a esserle d’aiuto?

Come sempre, non vi svelerò il finale, è una storia così bella che vi farei proprio un torto. Ma una cosa ve la voglio dire: avete mai riflettuto sul fatto che le uniche dimensioni che contano sono quelle del cuore? E in questa storia, di cuori ce ne sono due proprio enormi!

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