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Un altro giorno, David Levithan (Rizzoli)

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Un altro giorno di David Levithan (Rizzoli) è la versione della storia raccontata dallo stesso Levithan in Ogni giorno, (dove un ragazzo di nome A si risveglia ogni giorno nel corpo di un adolescente diverso) dal punto di vista di Rhiannon, la ragazza della quale A si innamora.

Io non ho letto Ogni giorno e non conoscevo A né Rhiannon, per cui l’ho letto con il sano entusiasmo della scoperta, che credo sia un elemento importante della storia: si parte con una coppia di adolescenti Rhiannon e Justin, legati da un rapporto che non ha più nulla dell’entusiasmo delle storie adolescenziali. È un rapporto stanco, basato più che altro sulla condiscendenza di Rhiannon, sul suo carattere mite e pronto a mettersi “all’ombra” di Justin. Justin è odioso, non riesco a trovare altro termine per definirlo: aggressivo-passivo, ignora Rhiannon, la fa sentire poco importante, ma la cerca in continuazione, come se lo scopo stesso della vita della ragazza fosse quello di stargli accanto, sopportarlo senza stressarlo.

L’amore dev’essere questo: accorgerti di quanto il tuo lui sia incasinato ma amarlo comunque, perché anche tu sei incasinata, forse addirittura di più.

Rhiannon non ha quasi più amici, per colpa di Justin, che non ama le persone che lei frequenta; le sue giornate sono scandite dalla ricerca di attenzioni e di qualche certezza che questo rapporto dovrebbe darle. Si incolpa continuamente di qualcosa, a volte così tanto che ti verrebbe voglia di scuoterla forte e gridarle: “sveglia!”. E in effetti, poi, la storia del romanzo è la storia di un “risveglio”.

Un giorno Rhiannon e Justin saltano la scuola e vanno in spiaggia: Justin è dolce e rilassato, divertente, sembra il fidanzato perfetto… Rhiannon sta così bene anche quasi non ci crede. Ha paura di rompere l’incantesimo e ripiombare in quel vortice di indifferenza, litigi e rassegnazione che è la sua storia con Justin.

Non sai quante volte ho pensato di scappare… e finalmente lo sto facendo. Per un giorno. È bello essere al di là del vetro invece che guardare dalla finestra. Non mi capita spesso.

Trascorsa la bellissima giornata, però, Justin torna quello di prima: duro, sarcastico, sprezzante. Rhiannon non riesce a darsi pace, finché non si presenta a lei una persona che le rivela una verità sconcertante: Justin quel giorno non era davvero Justin, era A, un ragazzo che vive passando dal corpo di un adolescente all’altro, senza rimanere nello stesso corpo per più di ventiquattro ore.

Dopo le prime titubanze, Rhiannon inizia a credere a ciò che A le racconta e inizia così il loro strano e intenso rapporto. Il fatto che A cambi continuamente aspetto, fa sì che Rhiannon inizi a concentrarsi meglio sulla sua interiorità (il che sembra essere il messaggio che l’autore vuole dare). L’aspetto di A è continuamente diverso:  è donna, è uomo, può essere una studentessa timida e minuta, una bellissima ragazza afro-americana, un metallaro, un ragazzo bellissimo o uno bruttissimo. Rhiannon, però, riesce a scorgere il vero A dietro queste apparenze diverse. Questo diventa spesso tema di riflessione per la ragazza: gli esseri umani, infatti, riconoscono gli altri principalmente dall’aspetto esteriore, quello interiore, che è fondamentale, viene troppo spesso percepito solo come una manifestazione accessoria.

Io sono questo corpo, penso. Quando i miei amici vedono questo corpo presumono di sapere molto della persona al suo interno. E quando gli sconosciuti vedono questo corpo, anche loro si avventurano in supposizioni.

L’incontro con A, permette a Rhiannon di aprirsi al mondo, tramite le persone nelle quali A si trova e le permette di conoscere se stessa, di fare luce nella sua anima: Rhiannon inizia a mettere in discussione ciò che prima sembrava eterno: la sua dedizione, il suo amore per Justin. Lo vede, ora, come quello che è: un ragazzo problematico, forse, ma che lei non può salvare, perché lei ha bisogno, come tutti, di sentirsi importante per qualcuno.

Mi guardo allo specchio dopo la doccia. Quante volte mi è successo di osservarmi mentre il vapore si dissolve? Un’infinità. E sempre mi sono sforzata di vedere qualcosa di meglio, invano. Ma quante di queste volte ho visto me stessa per davvero? Guardavo i difetti. […] Non facevo un passo indietro per guardarmi tutta intera e pensare: Questa sono io.

Questo libro, il cui tema principale è l’amore, fornisce moltissimi spunti di riflessione sui rapporti umani: a volte ci si illude, perseverando su un sentiero sbagliato solo per paura del cambiamento, altre volte le colpe degli altri vengono giustificate e il dolore inflitto compreso, come se fosse colpa nostra. Si è convinti di conoscere le persone da ciò che sono esteriormente o dalle loro parole, ma soltanto comprendendo la loro interiorità le si conosce davvero e, come in uno specchio, si conosce se stessi, ci si vede, non solo per delle parti, non solo per i difetti, ma nel complesso: esterno e interno, anima e corpo. E, infine, si può amare un’anima a prescindere dal corpo in cui è racchiusa, a prescindere dal genere, dalla bellezza, dalla razza?

Questo romanzo suggerisce di sì.

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