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Scrivere mi piace: un ritratto di Nelson Mandela

Scrivere mi piace e il simbolo mondiale della lotta al razzismo. Un ritratto di Nelson Mandela
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Proseguiamo con Scrivere mi piace, la rubrica che poi è un vero e proprio progetto: vogliamo invogliare i ragazzi che ci seguono a leggere sì, ma anche a scrivere creativamente, ispirati dalla realtà che li circonda. 

    

di  Giaime Porcu  e Gabriele Secci 2 E

In Sud Africa il cuore delle persone non è più lo stesso, dopo la morte di Nelson Mandela un uomo riconosciuto da tutti come un eroe. Un uomo che ha sofferto e che oggi è ricordato come colui che ha dedicato la sua vita alla patria. Per quanto sia iniziato un nuovo anno, Mandela è ancora presente tra la gente di tutto il mondo, per il suo coraggio e per le sue parole, come quelle che ora sono il motto  della squadra di rugby del Sud Africa: "One team, one nation". Passando tra le strade di Città del Capo, vedi appese alle finestre delle case le sue foto oppure striscioni con scritte che ricordano le sue parole. Ma chi era Nelson Mandela?

“I veri leader devono essere in grado di sacrificare tutto per il bene della loro gente”, diceva Nelson Mandela. E in effetti, fu quello che fece l’uomo che dedicò la sua vita alla lotta contro ogni forma di discriminazione razziale. Nelson Mandela nacque a Mvezo, nella provincia del Transkei, il 18 luglio 1918. E’ morto nel dicembre scorso a Johammesburg.

Da giovane proposero a lui e a suo cugino, un matrimonio combinato dalle rispettive famiglie. Entrambi allora fuggirono verso la citta di Johannesburg, dove parteciparono alla fondazione della Lega giovanile del African National Congress. Nel 1952 viene condannato per la sua campagna contro le leggi razziali. Con Oliver Tambo apre a Johannesburg il primo studio di avvocati neri che forniva assistenza gratuita, o a basso costo, a molti neri che sarebbero rimasti altrimenti senza rappresentanza legale. Nel 1960, durante una manifestazione pacifica contro l’Apartheid, la polizia sudafricana spara contro la folla uccidendo una settantina di persone. L’Anc viene messo al bando, e Madiba, come veniva chiamato, entra in  clandestinità e fonda, insieme ad alcuni compagni, il braccio armato dell’Anc, la “Lancia della Nazione” (Umkhonto we Sizwe). Madiba si dà alla lotta armata.

Tre anni più tardi Nelson Mandela è accusato di alto tradimento. Viene processato a Rivonia e condannato all’ergastolo. E’ rinchiuso nel carcere di Robben island dove rimase per 27 anni. Fu liberato l’11 febbraio 1991. Due anni dopo, assieme al presidente del SudAfrica De Klerk con cui cercò la conciliazione,  ricevette il premio Nobel per la Pace per l’impegno nella promozione di un Sudafrica democratico. Nel 1994 viene eletto presidente del Sudafrica e rimane in carica fino al 1999. Al suo funerale che si è tenuto lo scorso 10 dicembre hanno partecipato più di cento leader di tutto il mondo.

Nelson Mandela, ma il suo nome in lingua Xhosa, è Rolihlahla  “attaccabrighe”, è stato proprio un uomo modello per l’Africa e ora che non c’è più il Sudafrica è in lutto. La vera qualità di Mandela e che per essere amato non si sforzava, era tollerante e aveva un grande senso dell’umorismo.

Ha trascorso molta parte della sua vita in prigione, eppure non ha maturato risentimento verso le persone che lo hanno condannato. Non è stato vendicativo verso i bianchi. Durante il processo di Rivonia disse: “Ho combattuto contro il dominio dei bianchi e contro il dominio dei neri. Ho caro l’ideale di una società democratica e libera in cui tutte le persone possano vivere insieme e in armonia. È un ideale per cui spero di vivere e che spero di vedere realizzato. Ma, se necessario, è un ideale per cui sono pronto a morire”. Un esempio della sua vicinanza al popolo erano i suoi compleanni che festeggiava pubblicamente invitando tutti i bambini in un parco divertimenti pagato da lui e offriva loro anche zucchero filato e poc corn. C’erano anche clown, artisti di strada, gruppi musicali e magliette omaggio per tutti i presenti. Ma Madiba era amato soprattutto dai neri perché è l’eroe che li ha salvati e liberati dalla sottomissione e dall’Apartheid aprendo loro la strada del riscatto sociale e della libertà.

 

 

 

 

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