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Rosaspina di Jacob & Wilelm Grimm

La fiaba di Rosaspina: come era e come è, ascoltiamola letta da noi!
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Sono sincera: la bella addormentata non mi è mai stata troppo simpatica.
Ma quando ho intrapreso il mio viaggio nelle favole, mi sono detta che non avrei dovuto fare la ragazza snob, e avrei dovuto concedere una possibilità anche a quelle come Rosaspina.
Che in fondo, pensiamoci: non è certo colpa sua se è successo tutto quello che è successo.
Mi sono resa conto, leggendo, che questa, più che essere una favola per bambini, è una favola che insegna qualcosa agli adulti, e ai genitori in particolare.
Sicuro i bambini avranno di che pensare, ma quelli che più devono stare attenti a questo racconto, sono le loro mamme e i loro papà.
Come spesso succede nelle favole che hanno a che fare con le principesse, sono i padri a combinare più guai di tutti.
Vi ricordate Cenerentola? Vi ricordate che il suo papà, dopo aver sposato la matrigna, non la degnava più delle attenzioni che una figlia meriterebbe?
Ecco, in questo caso papà Bello Addormentato, combina un guaio grave quasi come quello combinato dal papà della sfortunata Cenerentola.
Intanto, dimenticate streghe cattive e draghi. Niente di tutto questo successe veramente alla corte di Rosaspina.
Poi, insomma, dare un nome del genere a una figlia, non è un po’ come segnare subito il suo destino?
Diciamo che questa storia, in particolare, è su due genitori che volevano tanto un figlio. Il figlio non arrivava e la mamma si lamentava, perché aveva tanta voglia di avere un pargoletto, che il non riuscire nell’intento era il suo unico e triste pensiero.
Qui, a svelarci che la regina finalmente concepirà una bella bambina, è una rana. Una rana che salta fuori all’improvviso senza che nessuno abbia chiesto di lei. Proprio come una ginecologa ai giorni d’oggi (o come un test di gravidanza!).
Passati i nove mesi dall’apparizione della rana, ecco arrivare una bimba tutta guance e rumorini, tanto bella e tanto graziosa, da far così gonfiare il petto del babbo d’orgoglio che questi decide subito di organizzare una festa.
Ma questa –io oserei definirla– sgangherata famiglia reale, compie l’ennesimo errore.
Con tutto l’amore per questa bimba bellissima, il nostre re decide di invitare le fate per fare in modo che la piccola sia protetta dai loro buoni auspici.
Ma manca un piatto, e le fate sono invitate tutte tranne una. Dodici fate, invece delle tredici che erano nel regno.
Le vostre nonne vi hanno mai detto che sedersi in tredici a tavola porta sfortuna?
Ecco infatti il numero tredici a intervenire per rovinare la festa a tutti.
Sappiamo quindi benissimo che cosa succederà: la bellissima e dolce Rosaspina, è destinata a perire per colpa di un fuso, di quelli che si usano per filare.
Tutto per colpa del re che non aveva tutti i piatti disponibili per le fate. Ebbene, proprio una di queste salva la situazione, concedendo a tutti il beneficio del sonno. Un sonno lunghissimo che cadrà sulla corte al compiersi del quindicesimo anno d’età della piccola principessa.
E qui i nostri reali compiono un ennesimo errore: invece di mettere in guardia la loro piccola gioia sul pericolo che corre, raccomandandole di tenersene lontana, eliminano definitivamente il pericolo stesso, senza dire niente alla diretta interessata. Ovviamente, si sa, eliminare del tutto un pericolo, per quanto ci si provi, è praticamente impossibile.
Per fortuna che un giovane e bel principe arriva per fare quello che i giovani e bei principi sono destinati a fare.
Certo, tutto è bene quel che finisce bene, ma l’attenzione ai particolari è sempre molto importante.
È vero che essere re e genitori, nello stesso tempo, può riverlarsi di sicuro difficile. Ma attenzione a non far ripercuotere sui figli le proprie scelte sbagliate.
Potreste dovervi trovare a fermare le vostre vite per un secolo, senza accorgervi di quanto sarebbe stato facile rimediare in tempo, e rendere le cose molto più semplici.
E ora, siete pronti ad ascoltare la vera favola di Rosaspina?

Dunque vi auguro: buon ascolto!

Unknown 

 

 

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