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Pubblicità truffaldine: tra occhiali a raggi-x e scimmiette di mare

Quanti di noi possono davvero dire di non essere mai cascati in quegli infidi tranelli pubblicitari che ogni rispettabile nostra rivista ospitava?
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Per noi nati negli anni Ottanta tutto era possibile. Magari perché è stato il decennio che ha visto il boom del genere fantastico (dai giocattoli al cinema), o, più semplicemente, perché eravamo dei bambini.
Fatto sta, però, che a noi ottantini ci si rigirava come si voleva, sì.
Quanti di noi, per arrivare al sodo, possono davvero dire di non essere mai cascati in quegli infidi tranelli pubblicitari che ogni rispettabile nostra rivista ospitava?
Esiste davvero qualcuno tra di noi che non abbia, anche solo una volta, ceduto a quegli annunci ricolmi di meraviglie tra occhiali a raggi-x, scimmiette di mare o bracciali che, se indossati, sarebbero stati in grado di donarci una forza da supereroe?
Suvvia, non c’è mica da vergognarsi.
Io, per esempio, ci son caduto eccome. Una piccola e anonima penna registratore che avrebbe dovuto trasformarmi (almeno stando a quello che si prometteva) in una spia alla James Bond.
Peccato però che la memoria era solo di qualche secondo e, per riuscire a registrarvi qualcosa, dovevi tenerla quantomeno dentro la bocca. Una sola, in pratica.

Ben più famose, comunque, le leggendarie sea monkeys, da noi ribattezzate scimmiette di mare.
Impossibile, credo, trovare qualche ottantino che non le ricordi, no.
Ciò che l’annuncio prometteva era una acquario abitato da simpatiche creature dalle sembianze vagamente antropomorfe. Sarebbero nate sotto i nostri occhi e, cosa ancor più stupefacente, avremmo potuto allevarle ed addestrarle. Una figata, insomma!
La realtà, però, era ben diversa…
Chiunque (e sono stati in molti, credetemi) avrebbe compilato quel maledetto coupon, si sarebbe visto recapitare a casa delle minuscole uova di molluschi (artemie saline) che, una volta schiuse a contatto con l’acqua (rigorosamente salata), si sarebbero limitati a sguazzare pigramente per poi crepare di lì a poco. Insomma, invece che rosastre sirenette dall’aria felice, piccolissimi esseri dalla forma non solo indecifrabile, ma addirittura un po’ schifosa.
Di addestrarle, naturalmente, non se ne parlava nemmeno, no.

E poi i fantastici occhiali a raggi-x! Come scordali…
La promessa era quella di riuscire a superare l’ostacolo degli abiti grazie a chissà quale portentoso potere delle lenti. Nessuna signorina sarebbe più stata al sicuro da sguardi indiscreti…
Ciò, mi tocca dirlo, a dimostrazione di come la nostra generazione, oltre che credulona, possa definirsi anche discola. Estremamente discola (per non usare altra parola).
Ancora una bufala, naturalmente. Le lenti erano di semplice cartoncino (!), con un foro centrale rivestito da un pezzetto di plastica rossa.  Tecnologia d’altri tempi, insomma.

La lista sarebbe ancora lunga.. E basta recuperare un qualsivoglia giornaletto d’annata per strabuzzare gli occhi dalla meraviglia: decine e decine di oggetti dalle strabilianti doti. In realtà, però, solo paccottiglia da quattro soldi. 
Paccottiglia che probabilmente avremmo voluto conservare.

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