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Monsters University: la recensione

Ecco il nostro commento sull'ultima fatica Pixar. Se lo promuoviamo? Eccome!

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! SPOILER ALERT! Questa è una recensione di Monsters University, pertanto svelerò dettagli sulla trama: se non lo avete ancora visto, vi consiglio di chiudere immediatamente questa pagina e di tornare a trovarci dopo la visione del film. Kiddo avvisati…

 

***

 

L'attesa era grande – più grande di Sulley! –, ma alla fine è arrivato: Monsters University, l'attesissimo prequel di Monsters & Co., uscito ben dodici anni fa, è finalmente approdato nelle sale cinematografiche italiane. E noi lo abbiamo visto.

I pregiudizi eran tanti, perché si sa, i sequel/prequel non sono mai belli come l'originale, e anzi spesso ne sviliscono la memoria con trame banali e nuovi personaggi ai quali fatichiamo ad affezionarci; il rischio di inciampo è poi ancora maggiore se il predecessore è un colosso come Monsters & Co, bello e divertente e commovente e graficamente eccelso e chi più ne ha più ne metta. Insomma, in molti erano già pronti con la bocca all'ingiù e il dito puntato sulla Pixar e i suoi sequel da home video, divano e pantofole.

E invece.

E invece la Pixar ha vinto, riuscendo a tirar fuori un pregevolissimo film che, se certo non supera l'originale, ha tutti i diritti per esserne il fratellino minore, raccontandoci una storia diversa e, soprattutto, con una morale tutta sua.

Ritorno al futuro: la M.U. 

La trama è praticamente evincibile dal titolo: in che modo Sulley e Wazowski sono diventati lo Spaventatore e l'assistente più abili della Monsters&Co., la centrale che produce energia elettrica tramite la paura e le urla dei bambini? Frequentando la M.U., ovviamente: la Monsters University, l'università più prestigiosa di Mostropoli e sede della celebre Facoltà di Spavento.

large.jpgDiventare Spaventatore era il sogno di Wazowski fin dalla più tenera età, quand'era ancora un piccolo mostriciattolo verde…be', quand'era così com'è adesso, diciamo (ma ancora più piccolo!). Purtroppo, il nostro amico è ben lungi dall'avere un aspetto inquietante: quale bambino potrebbe aver paura di un mostro così?

Ma Mike non si dà certo per vinto: è convinto che impegnandosi e studiando come mai prima riuscirà comunque a raggiungere il suo obiettivo, facendo ricredere tutti coloro che gli avevano consigliato di lasciar perdere, e primo fra tutti l'odiatissimo Sullivan, il compagno di classe "figlio d'arte" e con un innato talento – e aspetto – da Spaventatore DOC.

Riuscirà il nostro Wazowski a coronare il suo sogno? E come diventerà il migliore amico di Sullie, da grandi nemici quali erano? 

Sullie&Wazowski: NemiciAmici 

Per darci la risposta alle domande di cui sopra, la Pixar ci trasporta per l'appunto indietro ai tempi dell'università. Ed è così che conosceremo i nostri beniamini versione teen, la cui personalità è ben diversa da quella che li contraddistinguerà in età adulta. Questo è stato il primo colpo di genio Pixar: lo stravolgimento dei personaggi principali. Se, infatti, da un lato abbiamo un Mike Wazowski secchione e un po' outsiderzelante e studioso – sì, proprio l'Orsottopotto di Monsters & Co., quello che nemmeno trovava il tempo e la voglia di archiviare un paio di pratiche! – dall'altro conosceremo un Sullivan che vi lascerà a bocca aperta – e non per lo spavento: il giovane Sullie è infatti uno sbruffone tutto pelo e niente arrosto, svogliato e impertinente, che pensa di avere già tutte le carte in regola per essere uno Spaventatore data la sua prestanza fisica e il suo buon nome. Ve lo sareste mai aspettati?

Tra i vecchi "amici" ritroveremo anche l'odiatissimo Randall, anche lui molto diverso da come lo abbiamo conosciuto (ma non meno antipatico!).

Vita da Campus

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 La M.U è la tipica università americana, con festini, campus e confraternite; al solito, gli studenti si dividono in gruppi sociali a seconda delle attitudini, delle occupazioni e del modo di vestire: ci sono i bulli della scuola, gli sfigati della Oozma Kappa, le goth imbronciate e le cheerleader.

Strizzando l'occhio alle tipiche teen comedy collegiali made in USA, la Pixar ci fa prendere ovviamente le parti dei più deboli, riproponendo il tema, un po' ritrito in verità, della "rivincita dei nerd" tanto in voga ultimamente.

L'aspetto positivo è certamente quello di esser riusciti a farci affezionare molto facilmente a una pluralità di new entry che non abbiamo conosciuto in Monsters&Co.: i nuovi personaggi si fanno voler bene da subito, senza difficoltà, e ci regalano momenti davvero divertenti e godibili (una menzione d'onore andrebbe certo data alla mamma di Soufflè).

Non cambiare chi sei, ma chi sarai

Ma non è certo questo l'elemento che ci fa – ormai lo avrete capito – promuovere a pieni voti Monsters University come valido prequel di Monsters&Co., bensì l'insegnamento che possiamo trarre dalle vicende dei giovani Sullie e Mike.

Come avevamo accennato, il film ci pone fin da subito davanti a un quesito fondamentale: impegnarsi e dare il massimo è sufficiente, nella vita, per realizzare i propri sogni? La risposta è "ni".

Ciò che ho sempre amato della Pixar sono le sue "docce fredde" davvero diverse dall'edulcorato mondo Disney col quale siamo cresciuti noi: se, infatti, Cenerentola cantava tutta contenta (di cosa, poi, lo sa solo lei) che «I sogni son desideri», i nuovi film di animazione della Pixar ci pongono spesso davanti a sogni infranti o semplicemente irrealizzabili: è il caso di Wazowski, che infatti, come ben sa chi ha già visto Monsters & Co., non riuscirà a diventare uno Spaventatore. Il perché è terribile a dirsi, ma dannatamente concreto: non è tagliato per farlo. Non sufficientemente alto, non sufficientemente spaventoso, indipendentemente dall'impegno e lo zelo messi, Wazowski ha delle limitazioni fisiche che Madre Natura gli ha imposto e alle quali non può sopperire in alcun modo.

Non possiamo cambiare come siamo, e nel mondo Pixar, come in quello reale, non c'è Fata Madrina/Turchina/Smemorina che tenga: se nasci tondo non muori quadrato, se nasci tondo, piccolino e verde mela non puoi risultare spaventoso. Un insegnamento terribile, troppo crudo per dei bambini? Niente affatto. Perché essere consci di come siamo è la base dalla quale partire per capire chi possiamo diventare. È solo accettando i nostri limiti che impareremo ad accentuare i punti di forza e a rinvigorire le debolezze; solo così realizzeremo i nostri sogni, anche se magari in maniera un po' diversa da come ce l'eravamo prefigurata.

Sfruttando la sua preparazione e la sua intelligenza, Wazowski riuscirà comunque ad approdare alla Monsters&Co.: certo, non in qualità di Spaventatore, bensì come assistente personale di Sullie, sulla carta perfetto per il ruolo ma, agli esordi, totalmente impreparato. Mike lo istruirà, lo allenerà, divenendo "La Mente" del duo che, collaborando, diventerà l'astro di punta della rinomata azienda.

Troviamo l'insegnamento davvero adatto per i bambini di oggi, catapultati fin da piccini in un mondo nel quale corrispondere a determinati canoni estetici o fisici viene fatto passare non solo come obbligatorio per avere successo, ma anche falsamente possibile mediante strumenti di varia natura. Non fatevi ingannare, kids! 

In sintesi, promuoviamo Monsters University a pieni voti: se pensate a un film equivalente a Monsters&Co. rimarrete certo delusi, ma, come già dicevamo, è un dignitosissimo numero due. E vale davvero la pena spendere qualche euro per reincontrare sul grande schermo i nostri vecchi amici di urla e – è proprio il caso di dirlo – risate.

 

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