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Andiamo papà!

Jo Junior non vede l'ora di andare a pesca con il suo papà, ma quanto dovrà aspettare? Un albo illustrato fresco e divertente delle Edizioni Clichy
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Ci è già capitato di entrare all’interno della collana per ragazzi Caroussel, nata da circa un anno così come da un anno i libri delle Edizioni Clichy arricchiscono gli scaffali delle librerie (vi abbiamo già parlato della tenera storia di Lupo & Lupetto e della poesia di Rosa Luna e i lupi); ora, con Andiamo papà!, entriamo in un albo illustrato in cui Praline Gay-Para ci fa scoprire la versione americana di un racconto congolese raccolto da John H. Weeds, etnologo inglese, in Congo Life and Folklore, nel 1911. E così, come Pinocchio nella pancia del pescecane, le storie trasmesse dalla tradizione orale si mangiano l’un l’altra, passando di bocca in bocca, mutando e riposandosi ogni tanto, quando vengono fermate su carta, per poi, magari, ripartire.

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Il protagonista di questa storia è Jo Junior che vive solo con il padre in una casa in riva al fiume. Jo Junior è felice (molto felice!) perché il padre una mattina lo sveglia presto e gli annuncia che lo porterà a pesca; prima, però, ci sono tante cose da fare, tra cui anche pulire e mettere ordine in casa. Il piccolo Jo si arrabbia e, come ci ha insegnato anche il bel Che rabbia di Mireille d’Allancé, la rabbia è potentissima: può creare mostri enormi che portano scompiglio, ma può anche, come in questo caso, realizzare desideri che, a pensarci bene, non vorremmo vedere esauditi. Che cosa succede a Jo Junior? Beh, da qui in poi gli succede un po’ di tutto (ma è meglio che lo scopriate da soli), quel che è certo è che alla fine, sbollita la rabbia, si ride tutti a crepapelle. 

Come un antico cantore, Praline Gay-Para racconta storie, all’interno di teatri o all’aperto, da sola o con altri artisti; le sue storie vengono da tutto il mondo, mescolando passato e presente con un’attenzione particolare alle modalità di trasmissione, grazie ai suoi studi di etnolinguistica e alla sua riflessione sul ruolo dell’oralità. 

Il testo, grazie anche alla direzione letteraria di Céline Murcier (e qui, dobbiamo dire, grazie alla traduzione di Tommaso Gurrieri), è particolarmente adatto per essere letto ad alta voce mentre ci si sofferma nella scoperta delle illustrazioni di Rémi Saillard  con i suoi colori caldi e accoglienti.

 

 

 

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