Youkid, il portale delle recensioni di libri per bambini e ragazzi

Nel paese delle meraviglie

Aiutaci a crescere

Il paese delle meraviglie di Alice non voleva insegnare niente, solo farci vedere quanto è bello il puro divertimento che riesce a trasformare lo spazio intorno ai bambini popolandolo di tante e strane creature.

0d15e1fb6018c21edd0cff9d11c7245d

Quando vado nel mio mondo immaginario vedo cose incredibili nella mia camera e inizio subito a stupirmi vedo orchi vedo tante cose e inizio subito a innamorarmi perché io inizio subito a divertirmi e però quando devo andare via saluto tutti con grande emozione e me ne vado (Giovanni, 8 anni).

Alice incontra il bruco ed esausta dai continui cambiamenti delle dimensioni del proprio corpo, 
può darsi che lei non l’abbia provato ancora, gli dice, ma quando dovrà trasformarsi in una crisalide… cosa che un giorno dovrà pur succederle… e poi ancora da crisalide in farfalla, allora capirà… dovrà ben sentirsi un po’ stranito, immagino, non trova? e in un piccolo passaggio dell’Altrui mestiere, Primo Levi dice: ma la suggestione delle farfalle non nasce solo dai colori e dalla simmetria: vi concorrono motivi più profondi. Non le definiremmo altrettanto belle se non volassero, o se volassero diritte e alacri come le api, o se pungessero, o soprattutto se non attraversassero il mistero conturbante della metamorfosi: quest’ultima assume ai nostri occhi il valore di un messaggio mal decifrato, di un simbolo e di un segno.

Ora a seguire la traccia di quest’ultima meraviglia, si potrebbe anche dire che nella lingua araba classica una radice comune lega tappeto e farfalla e non solamente per i colori, ma per la magia del volo.
Il tappeto orientale vola perché è terra spirituale, i disegni del tappeto annunciano quella terra dove la pietra e la stella, la rosa e il cristallo, la fonte e lo spino, l’animale feroce e il delicato si appartengono in una dimensione che le racchiude tutte (Cristina Campo).

Sul volo qualcosa ha scritto anche James Matthew Barrie:

Allora, Peter Pan uscì dalla finestra che non aveva sbarre. In piedi sul davanzale poteva vedere in lontananza gli alberi che senza dubbio erano quelli dei Giardini di Kensington, e nel momento in cui li vide dimenticò completamente di essere un neonato in camicia da notte e se ne volò diritto sulle case verso i Giardini. Era meraviglioso, riusciva a volare senza ali, ma aveva un tremendo prurito in quel punto e… e… forse tutti potremmo volare se fossimo così ciecamente sicuri della nostra capacità di farlo come l’aveva fatto quella sera il coraggioso Peter Pan.

Dunque, siete pronti per volare?

Mi sento libero quando faccio ciò che mi piace, le cose in cui mi sento portato, dove ho talento (Andrea, 11 anni).

Io mi sento forte vivo, quando sono a basket perché sono capace e ho i miei compagni che quando sbaglio mi dicono che la prossima volta lo metto a segno e dopo lo metto (Jacopo, 11 anni).

Quando vado in montagna e respiro l’aria fresca ma comunque c’è il sole che risplende e le montagne intorno (Tommaso, 11 anni).

A due anni ho iniziato a fare ritmica a 5 anni ho iniziato il violoncello e a 5 anni dopo un anno di studio della mano per le posizioni ho fatto la mia prima canzone ora che ne ho undici ancora suono e ogni volta che faccio un nuovo pezzo mi sento sempre fiero (Marco, 11 anni).

Quando mio cugino mi ha fatto il primo complimento. Mi aveva detto: Oh Filo, bella quella felpa! Sono rimasto senza fiato e gli ho detto: Wow grazie! (Filippo, 11 anni).

Spiccato il volo approdiamo alla nostra isola che non c’è.
Se è una cosa rara poter dire di una parola la sua data di nascita, il termine utopia è invece uno di quelli che gode di questo privilegio: la parola utopia è nata nel 1516 quando per la prima volta uscì, a Lovanio, Libellus vere aureus, nec minus salutaris quam festivus de optimo rei pubblicae statu, deque nova Insula Utopia, scritto da Thomas More.
Sull’origine del termine utopia, alcuni umanisti pensarono che l’etimo greco andasse ricondotto alla negazione ou ‘non’ e alla parola topos ‘luogo’ dando a utopia il significato di ‘non-luogo’; altri leggevano invece nella u iniziale della parola la contrazione di eu ‘bene’ ‘giusto’ ‘felice’ da cui il significato di utopia come luogo felice, il migliore dei mondi possibili (Caterina Marrone).

Nell’isola che non c’è, non-luogo felice, non esistono:

gli incubi,
le botte,
la rabbia,
quando mio fratello piange alla sera,
quando litighiamo,
quando il mio babbo sgrida,
lo sporco,
il fango,
quando faccio un disegno e ridono di me,
le mosche,
gli schiaffi,
quando mia sorella mi mena,
la puzza,
le sgridate
(Aurora, Lorena, Diego, Sara, Alì, Manolo, Riccardo, Annalisa, Leon, Nicola, Aya, 6 anni).

E se si ha un po’ di fortuna, forse si riesce a dare una sbirciatina al pianeta Tralfamadore, tanto quanto basta per fare un piccolo libro tralfamadoriano a viva voce, un libro nel quale non c’è principio, parte di mezzo o fine, non c’è suspence, né morale, né cause ed effetti, ma la profondità di molti momenti meravigliosi visti tutti in una volta (Kurt Vonnegut).
Buon ascolto (arrivate fino alla fine eh, son meraviglie!) e a presto, nel Paese dei mostri selvaggi.

 

L’illustrazione di copertina (incisione della prima edizione di Utopia di Thomas More, 1516) è presa da qui.

Ti è piaciuto

"Nel paese delle meraviglie"?

Allora potrebbe interessarti anche...

162303394_901401624044650_6444324758101887414_n

La voce

Quando si lavora alla propria voce si lavora alle proprie risorse, alla straordinaria capacità di adattamento, di creazione e invenzione, di comprensione verso il reale, a tutte le strade che dentro di noi, come educatori, possiamo aprire per metterci in relazione con noi stessi e con l’altro.

IMG_1348

Oralità, scrittura e voce

I bambini e la scrittura a scuola Una delle cose che posso dire di aver imparato a contatto con le scritture d’infanzia, è che i

IMG_5612

Fare formazione verticale

Fare formazione non è mai facile e se dovessi dire quale sia stata finora la forma più perfetta di un percorso formativo, di certo sceglierei

Ti piace Youkid?
Iscriviti alla newsletter!