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Lo Shopping secondo Claudia

Intervistiamo Claudia Selmi, che ci parla del suo romanzo Educazione allo Shopping, illustrato da Alessandro Baronciani!
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Hey Kiddies! Oggi abbiamo voluto intervistare Claudia Selmi, che ha da pochissimo pubblicato il suo primo romanzo, Educazione allo Shopping (Rizzoli).

Pensiamo sia una storia davvero da leggere, di quelle che ci fa diventare ingordi di pagine.

Inoltre Claudia ha dato vita a una bellissima intervista, dove ci spiega un sacco di cose sui ragazzi di oggi… cioè noi!

Se volete saperne di più sul mondo di Claudia, cliccate qui. Se volete sapere di più anche su Alessandro Baronciani, il bravissimo illustratore che ha tradotto in linee i mitici Iva e Nico, cliccate qui!

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Il titolo del romanzo, Educazione allo shopping, è impegnativo! Pensi ci sia bisogno di una nuova dimensione educativa per i Kids di oggi?

Non penseresti lo stesso se fossimo nel 2015 e dilagasse la sindrome di Afford (la malattia dello shopping compulsivo) come succede nel mondo di Iva dove si studiano materie come l'educazione allo shopping e non più la geografia!

Nel libro c'è il Prof Poeta che la insegna, ma le sue lezioni finiscono sempre per ingarbugliarsi da sole, perché è una materia complicata… è difficile stabilire, ad esempio, “cos'è che induce all'atto ripetitivo e meccanico di aggiungere merce nel carrello senza nemmeno rendersene conto”. Credo che serva davvero un pensiero critico sul sistema che è intorno allo shopping e su come questo influenzi il nostro stile di vita.

E poi, desiderare un vestito è uguale a desiderare un bacio? Cosa si cerca e perché? Che differenza c'è tra il desiderio, il consumo e il bisogno? 

Tra certi ritagli per costruire il libro, ho ritrovato un bellissimo articolo dal sottotitolo “Dal rapporto tra esseri umani, a quello con gli oggetti. E' la rivoluzione della società dei consumi”. E all'interno dell'intervista a uno psicanalista si legge: “La società contemporanea non assegna più lo spazio necessario alla mancanza. […] C’è troppo pieno, c’è un surplus asfissiante di oggetto e una carenza di soggetto. […] Abitiamo una dimensione in cui il vero motore del desiderio, ossia la mancanza che rende possibile lo slancio creativo e generativo del desiderio, lascia il posto alla proliferazione incontrollata dell'oggetto di godimento nelle sue infinite forme possibili”. Una riflessione del genere fa emergere tante altre questioni.

Tornando al mondo di oggi, non so se sarebbe utile parlarne a scuola, ma credo che bisognerebbe rifletterci a fondo, a tempo debito, rendendosi conto di quanto il modello consumistico contagi il nostro modo di vivere e quanto ci lasciamo sottomettere, e quanto consapevolmente.

Iva e Nico sono i protagonisti del romanzo, ma sono anche protagonisti dell'era digitale, ovvero un domani che è già oggi: cominciamo ad avere le chiavi per comprenderli e comprendere ciò che ci circonda? 

A volte si parla delle ultime generazioni come degli esseri soprannaturali e superiori perché a un anno sanno usare le funzioni base un i-Phone, ad esempio. Ma è normale per coloro che sono nati nella cosiddetta società “multischermo” e con gli i-phone ci giocano fin da piccoli. C'è uno studio interessantissimo del sociologo Paolo Ferri sull'argomento, in particolare nel suo libro “Nativi digitali”. In generale, sono i più grandi, cioè i cosiddetti “immigrati digitali” a dover fare degli sforzi per adattarsi e recuperare il gap tecnologico che li divide. E così in un certo senso i ruoli s'invertono: sono i più grandi a dover imparare dai più piccoli. Per questa ed altre ragioni, ai più grandi possono sembrare particolarmente potenti i cosiddetti “nativi digitali”, ovvero coloro cresciuti imparando non attraverso la tecnologia del libro, ma attraverso le nuove tecnologie digitali. Ma questo non significa che non avranno bisogno di imparare a sentire e capire se stessi.

Il tuo libro è delizioso e i ringraziamenti che metti in coda arrivano come una cigliegina sulla torta: è davvero bella l'idea di dare le coordinate della tua strada creativa. Mi ha colpito soprattutto la colonna sonora, sarebbe la stessa che useresti per un film con Iva e Nico come attori principali? 

Grazie mille, grazie anche per aver notato la scaletta musicale perché la musica è un elemento fondamentale fin nel mio più intangibile e invisibile profondo. Alle canzoni nominate nel libro ne mancano comunque tante altre… In generale credo che come colonna sonora del libro ci starebbe bene della musica elettronica, perché si adatta bene ai non luoghi come i centri commerciali, con le luci artificiali e i corridoi tutti uguali, e fuori i campi desolati, che sono i luoghi della nostra contemporaneità, dove ci si sente a casa e non ci si sente a casa allo stesso tempo. Una musica amara, malinconica e molto suggestiva. Oppure una canzone così: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=SHTR2c70LHU

Però queste canzoni sono troppo belle per essere legate a una storia sola.

Mi ha fatto riflettere una frase di Iva: "Si sa che è stato scoperto tutto…" (pag. 61). Si parlava dei continenti emersi, ma non ho potuto fare a meno di leggere una disillusione, che piange il cuore pensare sia di una ragazzina… Sbaglio? 

Hai letto bene. Pensavo al fatto che spesso si sente dire che il tempo migliore sia già stato, le avventure siano già state vissute e tutte le scoperte siano già state fatte. Ma sono contraria a questa idea. E' un discorso fatto da chi non conosce o riconosce più il mondo in cui abita e che non ha il coraggio di cambiare e cercare ancora.

Invece, per chi cerca, le scoperte e la bellezza continuano ad esserci. 

Fa niente che gli altri non capiscono e dicono che va fatto/pensato in un altro modo. 

“Una vita lontana da ogni cliché cercala dentro di te” come dice una canzone dei Tre allegri ragazzi morti.

Inoltre, la disillusione è uno degli stati emotivi maggiormente presenti nella storia di Iva, perché è quello che lei prova facendo esperienza di un mondo che si immaginava diverso e che in un certo senso la delude, però dove capitano anche tante cose che la sorprendono positivamente. Insomma, Iva vive un passaggio verso una maggiore maturità, grazie al confronto con la realtà, l'incontro con l'altro, e tutto ciò sommerge la vita precedente e dà inizio ad una sua nuova era personale.

Educazione allo shopping è il tuo primo romanzo: quali sono i tuoi prossimi progetti? 

Per ora sto cercando di presentare il libro attraverso delle animazioni particolari e poi cerco delle altre storie forti abbastanza e se trovo delle altre cose invisibili da dire, scriverò ancora.

 

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