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Letteratura di viaggio per Kids, specchio dell'anima del viaggiatore

Anatomia dell'irrequietezza per giovani esploratori
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Photo credit: http://browse.deviantart.com/?q=journey#/d11x6pe

Veniamo inondati di consigli sul dove, ma poco o nulla ci viene domandato circa il come e il perchè del nostro andare. Eppure l'arte di viaggiare pone una serie di interrogativi nient'affatto semplici o banali, e il cui studio potrebbe modestamente contribuire alla comprensione di ciò che i filosofi greci indicavano con la bella espressione "eudaimonia", ovvero felicità. 

(Alain de Botton, 2002)

Sono molti i modi in cui possiamo scegliere di viaggiare: possiamo muoverci sulla carta geografica, possiamo vagare con la fantasia o possiamo intraprendere un viaggio dentro noi stessi, alla scoperta delle radici del nostro sentire. Ogni passo amplifica le emozioni, perchè ci constringe a dare attenzione e spazio al bagaglio di pensieri e sensazioni che portiamo dentro. 

Il viandante conosce bene le asperità e le gioie del cammino: la pioggia lo bagna e gli sferza il viso, infradicia i vestiti, ma nelle giornate torride è una benedizione.

Il viaggio è un esperienza totalizzante, che prende anima e corpo insieme, e il viaggiatore incallito sa bene che il vero viaggio è solo con se stesso.

In molti si sono interrogati su questo bisogno di esplorare, di cercare orizzonti sempre nuovi: la sete di conoscenza dell'uomo ne è sempre stata il motore. 

Ecco perchè il Piccolo Principe aveva dovuto lasciare la sua stella e la sua rosa. Per prendere a poco a poco conoscenza. (Antoine de Saint-Exupérie, 1943)

Siamo da sempre animali viaggiatori, eppure la natura stessa del movimento -per quanto questo sia un aspetto fondamentale della nostra esistenza-  ci sfugge.

Attraverso una serie di paradossi logici, Zenone -un filosofo dell'antica Grecia- dimostrò, o così si proponeva di fare, l'inconsistenza del movimento: il più famoso di questi parla di una disputa infinita tra Achille piè veloce e una tartaruga. Ma la logica di Zenone prese per così dire una cantonata.

Eraclito, al contrario, ha fondato la sua intera concezione dell'esistenza sul movimento: tutto scorre, panta rei. Non entreremo mai due volte nello stesso fiume. Un concetto affascinante se ci pensate: il fiume scorre, ma anche voi! Nessuno è mai uguale a se stesso.

Il popolo inuit fa una distinzione chiave tra oggetti fermi e oggetti in movimento: un oggetto che si muove si estende attraverso il paesaggio. Quando smette di muoversi diventa una cosa diversa: è il movimento che definisce l'oggetto.

Quindi, quando un orso che si muove in mare a dorso di un rinoceronte si ferma, diventa qualcosa di completamente diverso, e per descriverlo occorre una parola diversa. La particolarità di questo ragionamento sta nel fatto che è un arma a doppio taglio: quando il viaggiatore smette di muoversi, smette di esistere.

Ma andiamo con ordine: perchè mai un orso dovrebbe solcare i mari in groppa a un rinoceronte?

Lo scoprirete sfogliando – ma non leggendo – L’isola di Marije e Ronald Tolman, un libro completamente ed esclusivamente illustrato, narrativa di viaggio per piccoli dai 4 anni in su, che racconta dei viaggi di un errabondo orso bianco che vaga di isola in isola, incontra pellicani, pulcinelle di mare, tartarughe marine, delfini, meduse e…rinoceronti. In questo suo girovagare tesse una tela di incontri e relazioni, ma non manca di godere di lunghi momenti di solitudine, densi di sogni e pensieri. 

Questo simpatico orso si cala nella storia attraverso una scaletta di corda, approdando così alla prima di tre isole disseminate lungo un percorso che lo porterà verso un ultimo incontro…Il viaggio compiuto ha permesso in definitiva al nostro peloso amico di conoscere molti nuovi compagni e, attraverso loro, se stesso. Non dimentichiamo infatti che 

Quelle cose per conoscere le quali ci mettiamo in cammino e attraversiamo il mare, se sono poste sotto i nostri occhi non ce ne curiamo.

(Plinio il giovane)

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