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Leggere mi piace e mi fa incontrare il grande Giovanni!

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Per questo mi chiamo Giovanni

di Eleonora Sergi

Carta d’identità

TITOLO: Per questo mi chiamo Giovanni

DATA E LUOGO DI PUBBLICAZIONE: 2013, Bergamo

CASA EDITRICE: Best Bur, Rizzoli

AUTORE: Luigi Garlando

GENERE LETTERARIO:  romanzo per ragazzi 

PERSONAGGI IMPORTANTI E LORO PARTICOLARI CARATTERISTICHE:

la mafia: il grande nemico da combattere, il polipo che , con i suoi potenti tentacoli ,avvolge Palermo. È il carciofo diviso in cosche che non da pace al capoluogo siciliano. Un ‘organizzazione malavitosa che impone una nuova legge più forte ed illegale nonostante esista quella giusta dello Stato che regola la vita delle città. Come una piantina, và raddrizzata già da piccola, per far si che non cresca storta, per educare le nuove generazioni a vivere in una Palermo migliore. La mafia assume il nome di “ COSA NOSTRA” dai mafiosi , i cosidetti uomini  d’onore.

il padre: spiega al figlio Giovanni la storia della mafia e di chi, con grande coraggio, ha cercato di combattere il mostro. Il suo modo di raccontare è facile, ricco di similitudini e associazioni a fatti accaduti che segnano già un comportamento scorretto verso i compagni a scuola o la maestra.

Giovanni: un bambino di dieci anni nato il 23 maggio 1992, la data che coincide con la strage di Capaci, dove Giovanni Falcone è morto.

Il papà vuole spiegargli il perché si chiami Giovanni, così il bimbo pian piano si appassiona a questa storia e vuole sapere chi in questa “lotta alla libertà” ha la meglio.

In realtà Giovanni Falcone vince proprio con la sua morte che fa riaprire gli occhi al popolo e anche se la mafia esisterà sempre, Giovanni ci insegna che è possibile combatterla. Questo è il messaggio che il papà vuole trasmettere al figlio. Palermo si può liberare dai potenti tentacoli del mostro. E Giovanni ci era riuscito.

Giovanni Falcone: “Gli uomini non piangono” così gli diceva la madre da piccolo. Tant’è che alla sua nascita Giovanni non pianse, ma entrò una colomba bianca in casa , simbolo di pace. 

Già da bimbo ha sempre voluto difendere chi era vittima di atti di criminalità.

Da ragazzo frequenta l’accademia navale, ma con il passare degli anni si interessa di mafia e diventa presto giudice presso il tribunale di Trapani.

Organizza diverse associazioni insieme ai suoi colleghi, come il Pool antimafia e il Maxiprocesso di Palermo , in cui Giovanni e la sua squadra, riescono a far arrestare tutti gli uomini d’onore grazie alle loro indagini . 

Falcone non ha avuto una vita facile. Perché nonostante compisse azioni buone nel rispetto dei palermitani, c’era chi non era d’accordo con lui e Giovanni si trovò presto la maggior parte della popolazione contro.

Viveva come un piccolo topo in un bunker, veniva sempre scortato e la pericolo di essere vittima di qualche attentato gli impediva di avere  una famiglia e vivere nella serenità.

Era consapevole di ciò, ma come un eroe, volle continuare a difendere la sua Palermo.

Maria Falcone: è la sorella di Giovanni, vive con lui. Maria lo sosterrà sempre e sarà proprio lei a fare una sorpresa al nostro piccolo Giovanni con cui scambierà quattro chiacchiere sulla vita eroica del fratello.

Paolo Borsellino: anche lui viene considerato uno degli eroi simbolo contro la mafia. Amico e collega di Giovanni.

Venne assassinato nella strage di Via D’Amelio ad opera di Cosa Nostra.

Totò Riina: è il boss di Corleone , aveva vinto la guerra tra le cosche di Palermo, il più feroce uomo d’onore. È lui che organizza l’uccisione di Giovanni.

Francesca Morvillo: è la moglie di Giovanni, anche lei morirà nella strage di Capaci

Bum: è il pupazzo preferito del piccolo Giovanni, è uno scimpanzè con i piedi neri, bruciati. Il perché della sua bruciatura darà inizio alla lunga storia che il papà racconterà a Giovanni sulla vita di un eroe.

 

 

AMBIENTE IN CUI SI SVOLGE L’AZIONE

il racconto è ambientato nei dintorni di Palermo, dove Giovanni Falcone ha passato la su vita.

 

BREVE  RIASSUNTO:

tutto inizia da un semplice pupazzo. Il suo nome è Bum ed ha i piedi bruciati. 

Giovanni ha ormai dieci anni e vuole sapere il motivo dei piedi neri del suo amato scimpanzè. 

Così il papà decide di raccontargli la vita di Giovanni Falcone, un eroe per Palermo. Durante la sua vita riuscì  più volte a sconfiggere il mostro, ma la sua vittoria più grande fu il Maxiprocesso di Palermo.

È la storia di un padre che racconta al figlio perché il suo nome è Giovanni, in onore di un’ uomo  che ha dato la vita per la propria città per liberarla. 

Giovanni e il papà durante questo lungo racconto, visitano posti dove Falcone era solito andare, dove lavorava, il suo bunker ,il tribunale.

Attraverso semplici parole, esempi e confronti con la realtà della scuola, il papà di Giovanni riuscirà a rendere le idee chiare al figlio sul concetto di mafia e del coraggio di chi la combatte.

EPISODI più SIGNIFICATIVI:

uno degli episodi più significativi è di certo il Maxiprocesso al Palazzo di Giustizia di Palermo, in cui Giovanni Falcone riesce a mettere il mostro in gabbia!

L’ 11 Febbraio del 1986, duecentodieci uomini d’onore si ritrovano lì, dove devono essere processati.

Magistrati che accusano i mafiosi, avvocati che li difendono, ma dopo ventidue mesi di discussioni , dopo trentasei giorni i giudici hanno la sentenza.

Il mostro è stato giudicato colpevole.

La squadra di Giovanni aveva dato un colpo basso alla mafia e  ora grazie alle loro lunghe e accurate indagini Palermo era libera e se prima si diceva “ in questa città ci sono stati molti delinquenti, come dappertutto, ma la mafia non esiste” ora Falcone aveva le prove necessarie per mettere i mafiosi dietro le sbarre.

Tra gli episodi più simbolicamente importanti di questo libro, c’è anche l’assassinio di Giovanni Falcone.

L’ attentatuni, così veniva chiamato dagli uomini d’onore, venne organizzato da Totò, il boss di Corleone, il più feroce, il più potente.

E con cinque quintali di tritolo sistemati dentro un piccolo cunicolo, appena passò l’auto di Giovanni, alle 17.56 di sabato 23 maggio 1992 ci fu un’ esplosione immensa. Morirono Giovanni, la moglie Francesca e i tre ragazzi della scorta.

Quella non fu affatto una sconfitta, ma bensì una vittoria per Giovanni.

Molte persone, dopo la sua morte, aprirono gli occhi, riconoscendo il vero spirito eroico di Falcone e la sua squadra, dato che pochi mesi dopo fecero fuori anche Paolo Borsellino.

Riuscì ad aprire gli occhi anche il papà del piccolo Giovanni, a cui gli uomini d’onore chiedevano il Pizzo mensilmente. 7

“non si vendono più bambole” , questa fu la frase che il padre pronunciò ad una delle richieste dei mafiosi e nonostante le ripetute minacce , il papà rimase fermo sulla sua frase. 

Dopo dieci giorni però si dovette assistere ad una triste situazione. La mafia aveva fatto saltare il negozio, e la mamma del piccolo Giovanni era proprio lì dentro.

Ora Giovanni aveva capito: Bum, l’intrepido scimpanzè , si era buttato tra le fiamme per salvarla e ci era riuscito. Ma una grossa ferita ancora gli ricordava quel momento: i suoi piedini bruciati. E ora Bum, non era un semplice peluche, era un eroe.

INTERPRETAZIONE E GIUDIZIO PERSONALE:

semplici metafore, divertenti storie di eroi, come quella di Bum, che permettano al bimbo di distinguere ciò che è giusto e legale , da ciò che è illecito e irrispettoso.

Riescono in modo semplice ed educativo a far conoscere alle nuove generazioni chi siano i veri  protettori della città, chi ha voluto liberarla da questa schiavitù. La mafia esiste ancora ma Falcone ci ha mostrato che è possibile sconfiggerla.

Le idee dei bambini sulla mafia e le grandi azioni che ha compiuto Giovanni; quello che pensano, se lo ammirano. Tutto riportato nell’albero Falcone che darà sempre una speranza di vittoria.

Ciò che ha voluto trasmettere il libro è qualcosa di speciale, eroico, coraggioso e senza frontiere. Un bisogno di libertà. 

Ecco perché questo libro mi ha colpita in un modo unico.

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