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Le invenzioni antifreddo di Stina

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le-invenzioni-antifreddo-di-stina-107960Le invenzioni antifreddo di Stina, di Lani Yamamoto (edito in Italia da Terre di Mezzo), è un libro che prima di tutto si tiene in mano. Si accarezza. Si tocca. È grande poco più del palmo di una mano grande. È blu. Come il blu freddo di un cielo freddo di una sera fredda d’inverno eppure è caldo, come la trama lanosa del maglione trapuntato che riveste la copertina, o come la sciarpa in cui si è imbacuccata la piccola Stina, che ci osserva da un cameo, al centro della cover.

Un libro per un bambino deve essere così: materico, da toccare. Da tenere in mano. Un libro è un oggetto, che parla con tutto se stesso: con il suo corpo (la copertina che osservi) e con l’anima (le parole e le immagini racchiuse dentro). E l’anima di questo libro è una storia singolare, che parla attraverso la grande metafora annunciata sin dall’inizio: il freddo e il caldo.

Aperto, due pagine bianche come la neve trasportano in un mondo dove tutto è tanto, troppo freddo, tanto freddo che anche la grande S di Stina è un appendiabiti per i guantoni e per i calzettoni di lana con cui questa bambina cerca di riscaldarsi.

Ci si chiede subito di quale rara malattia soffra la piccola Stina, che vive sola in una casa in cui ha imparato tutto, a fare una cioccolata calda speciale (e per i piccoli appassionati di cucina, c’è la ricetta segreta!), a pianificare il lungo inverno senza dover uscire, a organizzare meticolosamente il frigo e ad approvvigionarsi senza toccare i suoi ripiani: solo a vederla, vengono i brividi.

Fa un’immensa tenerezza, Stina, avvolta nella trapunta con un libro, sullo sfondo arancione della pagina, come se lì, nella sua camera difesa dall’incursione di qualsiasi folata dall’esterno, riverberasse un fuoco sotterraneo. Mentre Stina si difende dal suo freddo, la finestra riflette la luna, giornate immerse nel bianco e due bambini che giocano a palle di neve: ma non avranno freddo?

È facile scivolare nel silenzio della casa, scivolare nel letto, scivolare nel sonno, mentre le giornate s’accorciano e s’allunga il buio, così spaventata dal gelo che c’è fuori (ma che è anche dentro, se deve coprirsi tanto per non avvertirlo): è così facile che la piccola Stina non si accorge che uscire dal letto è diventato difficilissimo.

Basta poco per addormentarsi e non alzarsi più, oppure per vincere quella malattia che si chiama il freddo nel cuore: basta, un giorno, aprire la porta, far sì che dentro soffi un po’ dell’aria della vita e lasciare entrare quei due bambini, che giocavano a palle di neve e che, entrando, si spogliano dal gran caldo che fa! Stina s’accorge che in casa sua nulla bastava a scaldarla. La ragazzina offre ai suoi ospiti la cioccolata magica, insegna a lavorare a maglia, i due bambini le parlano del progetto di costruire una palla di neve immensa, che duri sino all’estate.

Quella notte Stina non dorme: com’è stata assurda la sua vita, le sue invenzioni antifreddo a difenderla da un gelo sempre più forte.

Le pagine sono blu, come la notte contro cui si staglia la figurina sottile di Stina, disegnata con linee limpide ed essenziali: Stina per la prima volta esce; con la lingua cerca di afferrare piccoli fiocchi di neve che cadono dal cielo. Attende la luce, pensa ai due amici e, che strano, non ha più freddo.

Le invenzioni antifreddo di Stina, di Lani Yamamoto, traduzione di Sara Ragusa, edizioni Terre di Mezzo 2015

Album illustrato. Dai quattro anni

L’autrice: Lani Yamamoto, laureata in psicologia, dopo aver lavorato come regista in USA oggi vive a Rejkjavik e, naturalmente, la sua Stina vive in Islanda! La storia di Stina, pubblicata nel 2013, è il suo primo libro per bambini, una storia che insegna a non aver paura del mondo di fuori e che le cose sono spesso meno terribili di quanto ci si immagini!

 

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