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La leggenda dell'infante bevitore

L’episodio, sconosciuto al grosso pubblico, rievoca le vicissitudini di un cavaliere medioevale investito, ogni notte, di una sacra missione.
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Non ci sono solo storie che raccontano grandi gesta ma anche quelle che potrebbero essere taciute se non fosse che l'ego del narratore veda in esse l'occasione di un richiamo eroico alla propria esistenza.

A suggerire lo spunto del presente post, è stata la notizia del ritrovamento, da parte di studiosi tedeschi, di alcune carte del Sommo Poeta contenenti parti della Divina Commedia, escluse nella stesura finale delle tre cantiche.

Meritar l'onor dovetti con ardua missione.
L'ordine mi fu impartito, notte tempo,
da sacra vestale.
Perizia, coraggio e ardire occorsero
per portar diletto e
nutrimento all'irrequieto infante.
Fato e fortuna avversa, però, nascosero
al mondo la gloria dell'opra mia.

L’episodio, sconosciuto al grosso pubblico, rievoca le vicissitudini di un cavaliere medioevale investito, ogni notte, del compito di  preparare il latte per calmare le urla strazianti dell’infante affamata e impaziente.

A voi, tali gesta, sembreranno poco cavalleresche ma qualunque papà sottoposto a tale sacrificio sarebbe pronto a riconoscere al protagonista dei versi ritrovati non solo l’eroismo dell’impresa ma anche la rilevanza storica, degna di essere tramandata da generazione in generazione.

Al di là della trasposizione poetica, le cose stanno più o meno così.

E’ notte fonda e, da poco, si è riusciti a prendere sonno. Gli scienziati direbbero che non si è ancora nella fase del sonno REM, quando una poderosa manata sulla spalla ti “suggerisce” l’immediato risveglio per prendere atto delle esigenze notturne di “tua” figlia.

Fallito il tentativo di risolvere la questione "imponendole" il ciuccio, ti viene spontaneo proporre una diagnosi (“Non è che ha fame, la piccola?”) e, subito dopo, proporti per una possibile terapia (“Vuoi che vada a preparare il biberon?”). Nella domanda è, spesso, contenuta una flebile speranza: che la fame si plachi da sola o che la sacra vestale, spinta dall’amore materno, decida di provvedere autonomamente al nutrimento della bimba. Ma le cose non vanno sempre come si vorrebbe.

Hai pochi minuti per alzarti dal letto e, con ancora gli occhi chiusi dal sonno, precipitarti in cucina, inciampando nei vari giochi disseminati sul pavimento come ostacoli che si oppongono alla tua nobile missione. Una volta alle prese con il biberon, la principale attenzione deve essere posta alla temperatura del latte. Non è mai quella giusta.

Per un principio fisico, ancora sconosciuto, se riscaldi la stessa quantità d’acqua regolando la manopola del  micro-onde sempre allo stesso modo, non otterrai mai lo stesso risultato. E di questo, si può essere certi, quando credi di aver portato a termine l’incarico con successo, ti sarà chiesto conto dalla sacra vestale.

Tornando al nostro cavaliere, non resta che ricordare che nonostante si sia fatto protagonista di simili gesta e abbia precorso vicissitudini di tale rilevanza, di lui la storia si è fatta beffe dimenticandolo tra le carte impolverate del poeta.

Speriamo che, nel nostro caso, l’infante crescendo (e a sacra vestale piacendo) avrà traccia del sacrificio del proprio papà.

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