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La fiaba delle fiabe

La buonanotte è il momento magico in cui, prima o poi, ogni papà è chiamato ad inventarsi una fiaba...

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Marta, tutte le sere, scivola tra le lenzuola del suo lettino. Il papà le rimbocca le coperte e le si avvicina per darle il bacio della buonanotte. "Papi, raccontami una fiaba" – chiede – abituata ad addormentarsi accompagnata da un racconto ogni sera diverso. 

Chiunque sia stato o sia papà, sa quanto sia difficile riuscire a inventarsi una fiaba che si possa raccontare in quel magico momento della nanna. Una fiaba che nessuno sa quanto possa durare e che, comunque, dovrà terminare prima del sonno.

Attraverso la finestra, la luce riflessa della luna si proietta sulla parete bianca della cameretta. E’ tutto pronto perché, sul grande schermo della fantasia, possano cominciare a scorrere le scene della fiaba delle fiabe.

La prima cosa da fare è scegliere i personaggi. Che sia un animale del bosco oppure una fata, una bambina dalle rosse trecce o una stella del cielo, è necessario che all’inizio venga dichiarato chi è il protagonista. 
Ma dove abita la bambina? E nel bosco c’è una grande quercia o un laghetto incantato? La fata dimora sulle cime dei monti oppure tra i ghiacci dell’Antartide? La stella si sa, durante la notte sta in cielo. Ma quando arriva il sole, dove è che va? Ogni volta, il papà deve decidere il luogo in cui far svolgere la fiaba.

E, poi, c’è la trama. Non può esistere una storia senza che qualcosa accada. La volpe che vuole arrivare, senza riuscirci, a prendere il grappolo d’uva dagli altri tralicci della vite non è proprio la più nuova delle favole. Ecco allora che la fantasia viene in aiuto al povero narratore.

Una sera, la bimba dalle trecce rosse decide di intraprendere un avventuroso viaggio a cavallo di una stella, quella più luminosa tra le tante della volta celeste. Un’altra sera, il coniglio incontra il ranocchio e, insieme, giocano a tirare sassi nel laghetto che, essendo incantato, si trasforma, improvvisamente, in un piccolo ghiacciaio. In un altro racconto, la fata, stufa del freddo del polo sud, si trasferisce nel bosco e, con l’aiuto della bimba con le trecce rosse, costruisce una casetta di legno sulla cima della grande quercia.

Non resta che trovare il giusto finale. Uno come questo, ad esempio. La pietra lanciata nel lago dal coniglio scivola sul ghiaccio, rimbalza sul tronco della quercia e schizza in cielo dove, colpendola, manda in frantumi la stella. Con tocco di bacchetta e polvere di stelle, la fata tramuta la casetta sull’albero nel più grande dei castelli del regno e, lì, vivrà per sempre con il ranocchio trasformato in un bellissimo principe. La bimba dalle rosse trecce lascerà il bosco e andrà a stare tra i ghiacci polari del sud del mondo, dove, crescendo, prenderà il posto della fata.

Ma ogni volta che la storia sembra terminata e pronta per essere raccontata, Marta chiude gli occhi e si addormenta. Al papà non resta che cominciare a inventarne una nuova per il giorno dopo, così da essere pronto e riuscire a raccontarla prima che la sua bambina si addormenti.  

 

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