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La famiglia Addams

Se i Simpson non vi sono sembrati abbastanza strambi, leggete questa intervista alla famigli Addams!
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Se pensate che quella dei Simpson sia la famiglia più stramba d'America, di sicuro vi siete dimenticati della famiglia Addams!

Sono qui davanti alla loro tenebrosa villa allo 0001 di Cemetery Lane, canticchiando il loro famoso motivetto con tanto di schiocco di dita. Suono il campanello che emette un suono spaventoso e viene ad aprirmi il pallido e gigantesco magiordomo di casa Addams, Lurch:

– EHHHHHH – fa lui e suppongo che voglia dire che posso accomodarmi.

Entro in una casa piena di cose stranissime, armi di ogni genere, teste di animali appese alle pareti, quadri orribili, fiori secchi nei vasi, insomma niente di allegro all'orizzonte.

Da una scalinata, nemmeno fossimo alla notte degli Oscar scendono i padroni di casa Morticia e Gomez.

Gomez tiene per mano la moglie che ha difficoltà a scendere le scale con quel vestito lungo, stretto e di una tonalità di nero che più nero non si può. Gomez mi guarda attentamente, mi fa il bacia mano e mi guida verso il salotto, mentre sua moglie:

– Oh signorina, è davvero una gioia averla qui, scusi il disordine, ma sa … i bambini … –

Ecco, appunto i bambini, ancora non si sono visti.

Gomez prende un sigaro dal taschino, et voilà, quello si accende da solo; sono esterrefatta .

Morticia mi versa il tè, mentre sto per sorseggiarlo mi dice che si tratta di un tè rarissimo, aromatizzato al cianuro, il preferito di sua figlia Mercoledì.

Io mi metto a sputacchiare, per fortuna non l'avevo ancora buttato giù – Questi sono fulminati – penso.

– Bene – dico – a questo punto inizierei con qualche domanda: da quanto tempo state insieme? –

Risponde Gomez:

– Da 50 anni! Sembra ieri, vero Cherì? –

Morticia annuisce lasciva e Gomez le prende la mano e la riempie di baci.

– Ma voi siete ancora giovani, com'è possibile che stiate insieme da così tanto? – osservo.

– Ma sa, Gomez ha chiesto la mia mano quando aveva solo due anni … –

– Gomez, 2 anni? – ripeto incredula – e lei, lei quanti anni aveva? –

– Sette – fa lei.

Non casco dalla sedia per un pelo mentre quei due continuano a sbaciucchiarsi.

Ad un certo punto Morticia mi porge una scatola, penso che contenga dolciumi e la apro.

Che colpo! da quella scatola è uscita Mano che in questo momento gira per tutta casa in punta di dita.

– Mi scusi – dice Morticia sorpresa che io me la sia presa – Volevo solo presentarle Mano. Su, da brava Mano, vieni qui, vieni a cuccia –

Mano si infila di nuovo nella sua scatola ed io torno lentamente al mio colorito normale.

– E i bimbi? – chiedo quasi pentendomene.

Gomez chiama Lurch che spunta pronunciando la solita frase:

– CHIAMATO? –

– Sì Lurch, per favore dì ai bambini di scendere –

Dopo un po' arrivano un bambino grassottello e una bambina magrissima, nessuno dei due sorride. Il maschietto Pugsley sta armeggiando con una bomba a mano.

Io già tremo, non ho nemmeno la forza di parlare, riesco solo ad indicarla emettendo suoni confusi.

– Non si preoccupi – interviene la madre – è solo un giocherellone, non ha mai fatto male a nessuno, almeno lui … è quest'altra – continua indicando Mercoledì – di cui dovrebbe aver paura, ma, per fortuna, lei se la prende solo con il fratello! –

– Che vuol dire se la "prende solo con il fratello"? – balbetto.

– Oh è un tipetto strano la nostra mercoledì -mi spiega Gomez – parla poco, sta sempre chiusa nella sua stanza … "

– A fare che? – lo incalzo io.

– A studiare modi per uccidere il fratello, niente di che –

– Niente? Ma siete una famiglia di matti! – urlo io.

– Grazie, lei è davvero gentile – risponde Morticia tutta lusingata.

– Ok, ho visto e sentito abbastanza – Bum! ad un tratto va via la luce, ci mancava solo questa.

– Adesso come faccio ad uscire da qui? – domando.

– Non si preoccupi – risponde Gomez – ci penserà zio Fester.

All'improvviso si avvicina un ombra, regge una torcia, no aspettate, è una lampadina e ce l'ha in bocca, accesa!!

A questo punto svengo e non ricordo più niente. Mi risveglio in albergo, chiamo in portineria e domando:

– Buongiorno, sono la signorina Caponetti, saprebbe dirmi chi mi ha accompagnato qui? –

– Vorrei saperlo anch'io – risponde il portiere – io ho solo visto una specie di chaffeur tutto peloso che parlava una lingua incomprensibile –

Chiudo il telefono. apro il mio beauty case e butto giù un blister di caramelle alla melissa … dicono che rilassano, speriamo!

 

 

 

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