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Il tempo dell'attesa

Il tempo dell'attesa sta per finire. Si riscaldano i motori e l'equipaggio è chiamato a svolgere i servizi d'imbarco. La scelta del nome è una vera odissea.
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Cosa accadeva mentre Agnese era in fila al varco d’uscita? Ormai, restavano poche settimane. Come ad ogni nuova partenza, quando la nave sta per salpare e l'aereo sta per decollare, si riscaldano i motori e l'equipaggio è chiamato a svolgere i servizi d'imbarco.

Da esperta hostess, M. preparava l'occorrente da mettere in "valigia": le tutine per i primi giorni di "viaggio" e il necessario per la permanenza in "cabina". Per l'occasione, fu preso un peluche che sarebbe servito a Marta per sentirsi meno sola nelle notti di mare cattivo, fin tanto che la sua compagna l’avesse raggiunta in camera. Non restava che attendere l'arrivo dell'ultimo passeggero in lista, per dargli il benvenuto.

Come comandante, mi spettava il compito di redigere l'atto di nascita. M. ed io. avevamo deciso, già da tempo, il nome ma avremmo voluto fare in modo che fosse scelto in maniera condivisa con Marta. Le abbiamo provate tutte. Abbiamo interrogato la primogenita sui nomi di tutte le sue amichette e delle amichette delle sue amichette nella vana speranza che qualcuna potesse avere il nome prescelto e, così, condizionarla favorevolmente. Abbiamo chiesto ai nostri amici di farsi complici di un tentativo di circonvenzione di minore, suggerendo elenchi di nomi impronunciabili in modo da far preferire quello da noi desiderato. Marta, però, non solo respingeva tutti gli "assalti" ma si rifiutava di avanzare proprie candidature. Sperava, forse, che non chiamandola, la sorellina non sarebbe venuta fuori.

Era, ormai, sul piede di guerra. Si stavano facendo sempre più concreti i suoi peggiori incubi: presto qualcun'altro l'avrebbe spodestata dal trono di figlia unica e le avrebbe conteso l'attenzione dei suoi genitori. Capimmo che non sarebbe stato possibile nessun "compromesso". Ci siamo fatti coraggio e siamo usciti allo scoperto, sottoponendo al suo gradimento la nostra proposta. Come da copione, quello che per noi sarebbe stato il "nome per eccellenza", per nostra figlia non era nemmeno da prendere in considerazione.

Ci siamo affidati, allora, alle presunte buone relazioni delle nostre ambasciate in terra nemica: le nonne. Ma si sa che, nell'imminenza di una dichiarazione di guerra, i diplomatici si muovono ambiguamente con manovre di posizionamento a seconda della possibilità di vittoria delle forze in campo. Mai fidarsi!

Quando la situazione sembrava disperata, l'epica classica ci suggerì l'idea di un "Cavallo di Troia". Sai Marta che dovrai ospitare la tua sorellina? Per accoglierla al meglio, dobbiamo sistemare la tua stanzetta. Ci puoi aiutare a trovare un posto per le sue cose?. Credo che fu in quel momento che, avendo capito di poter continuare a svolgere un ruolo da protagonista, decise di deporre le armi e, accogliendo il nostro nome, di accettare, finalmente, il nuovo arrivo.

Sapevamo che si trattava di una tregua temporanea e che gli equilibri sarebbero stati sempre molto delicati ma ci godemmo il tempo di pace, in attesa delle battaglie future.

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