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Il Sogno di Strindberg

Il misterioso dramma dello scrittore svedese ci invita a partire, assieme alla figlia di un dio, in un viaggio incredibile sulla Terra!
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Un giorno la figlia del dio Indra si perse nel cielo.

Se ne stava sulla nuvola più alta fra montagne di nuvole, circondata dalle costellazioni del Leone, della Vergine e della Bilancia – quando udì la voce del padre chiamarla, tuonando come un fulmine: «Dove sei, figlia, dove sei?».

La figlia di Indra provò a spiegargli la sua posizione e solo allora il dio poté rassicurarla: era finita nel terzo mondo, lì dove si trovava la terra.

«La terra, hai detto. È questo mondo buio, tetro, che illumina la luna?».

Indra annuì: «La più densa, pesante delle sfere erranti nello spazio».    

«E il sole lì non brilla mai», domandò la figlia incuriosita.

«Il sole brilla, certo» – rispose il dio – «ma non sempre». 

La figlia di Indra allora cominciò a sentire degli strani suoni provenienti dal basso. Era la lingua degli umani. A dire il vero, non le parve affatto lieta, ma piuttosto simile a un lamento.

«Scendi a guardare,» – la invitò il padre – «ad ascoltare, torna poi e racconta se i loro lamenti, i loro gemiti hanno fondamento».

«Scenderò, padre, ma tu sii con me!».

La nuvola su cui la figlia di Indra era inginocchiata cominciò a scendere sempre più in basso, per condurre la piccola sulla Terra a superare la sua prova.

 

La vita degli uomini è tutt’altro che facile. Ecco cosa scoprirà nel suo viaggio la figlia del dio Indra – molto meno facile della sua esistenza trascorsa fra le nuvole!

Strindberg, fra i più importanti autori scandinavi, scrisse Il Sogno nel 1901 seguendo un procedimento drammatico del tutto audace: ci mostra infatti la fanciulla divina peregrinare da un luogo all’altro, da un tempo all’altro, saltando di scena in scena senza apparente continuità logica nella narrazione, imitando lo svolgimento dei sogni.

«Tempo e spazio non esistono;» – dichiarava l’autore – «su una base minima di realtà, l’immaginazione disegna motivi nuovi: un misto di ricordi, esperienze, invenzioni, assurdità e improvvisazioni».

Ed è così che ci troviamo a seguire, con lo sguardo pieno di meraviglia, l’avvicendarsi misterioso di personaggi insoliti, simili a spettri, le cui storie vissute o appena sfiorate dalla nostra protagonista le insegneranno il dolore degli uomini, la sofferenza, l’ingiustizia, come pure l’esistenza di una forza più grande, quella dolce e terribile che accomuna il sogno, la vita e la poesia.

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