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Il Re che voleva toccare la Luna (prima di andare a nanna)

Le storie che ci vogliono per i sogni d'oro dovrebbero rispondere a dei criteri, che, preciso, sono assolutamente inventati da me!
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Quando mi è stato offerta dalla redazione la possibilità di scrivere per la rubrica Ora nanna!, ho capito che le storie che avrei scelto avrebbero dovuto rispondere a dei criteri che, preciso, sono assolutamente inventati da me! 

Innanzitutto, se rivolte a bimbi piccoli (direi fino ai 3 anni), le storie saranno brevi; i bambini dopo averle sentite per un pò di tempo devono essere capaci di ripeterle e di narrarle insieme alla mamma. Inoltre ci sarà un elemento che si ripete, una richiesta, un incantesimo, una parola magica. In ultimo, ascoltate bene ciò che dice il vostro bambino mentre le raccontate e cercate di capire se gradisce varianti, mio figlio (2 anni), per esempio, non ne vuole sentire. Io invece, da bambina mi annoiavo a sentire sempre la stessa storia, tra l’altro devo dire che mio padre se le dimenticava, perciò le storie non erano mai le stesse. 

Insomma, questo è solo il mio modo e spero vi piaccia! Adesso, orsù, largo alla storia, ecco a voi “Il Re che voleva toccare la Luna”:

“C’era una volta un Re innamorato della Luna. Desiderava ardentemente poterla toccare e si scervellava per capire come fare.

Un giorno gli venne un’idea: avrebbe fatto costruire una torre altissima così da poterla raggiungere. Mandò a chiamare il falegname più bravo del suo regno e gli affidò l’incarico. Il falegname stentò a credere a ciò che gli veniva richiesto e comunicò al Re i suoi dubbi in merito. Ma il Re non volle sentir ragioni e gli intimò di fare quello che gli era stato ordinato.

Così il povero falegname si mise a lavoro, prese tutta la legna che aveva e cominciò a costruire la torre, quando la legna terminò si recò dal Re per comunicarglielo. Il sovrano non si arrese, ordinò che fossero tagliati tutti gli alberi del regno. La torre effettivamente era già molto alta quando anche la legna ricavata da tutti i boschi terminò, ma non lo era abbastanza da poter toccare la luna. Il falegname tornò dal Re, il quale ordinò che tutte le casse di legno possedute dai sudditi fossero consegnate per continuare la costruzione della torre. I sudditi obbedirono, consegnarono le casse e il falegname continuò il suo lavoro.

Quando il falegname finì anche le casse la torre era così alta che la cima era nascosta dalle nuvole. Il falegname andò nuovamente dal Re e gli disse che riteneva molto pericoloso scalare la torre e che forse sarebbe stato meglio se fosse salito lui e non il Re.

Il Re rifiutò categoricamente, si avviò verso la torre e cominciò a salire. Quando giunse in cima si rese conto che sarebbe bastata una sola cassa in più per toccare finalmente l’amata luna, urlò quindi al falegname di procurargli un’altra cassa. Ma niente, in tutto il regno non era rimasto nemmeno un legnetto. Allora il Re gli ordinò di lanciargli una cassa tra quelle che stavano alla base. Il falegname sapeva che niente avrebbe fermato il Re e ubbidì. Non appena il falegname spostò una cassa dalla base della torre, questa rovinò immediatamente a terra insieme al Re e al suo vano tentativo di toccare la luna”.

Cari bambini, questo Re non sapeva proprio accontentarsi, nel furore del suo desiderio non ascoltava nemmeno i saggi consigli del falegname.

Certe richieste potrebbero sembrarvi giuste e lecite, ma state attenti, tendete le orecchie, ascoltate chi vorrà spiegarvi che è il necessario ciò che conta, non di certo l’impossibile.

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