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Il mare rubato (Lapis)

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Gek Tessaro, Il mare rubato, Lapis 

C’era una volta un castello; nel castello c’era il re Romualdo e con il re Romualdo c’era anche la principessa Petunia.

Una mattina la piccola principessa si sveglia, apre la finestra e guarda giù, vede i riflessi del sole sul mare ed esclama: “Papà, quella piscina là, la voglio qua”. Bene, possono bastare otto soldini per comprare il mare e accontentare la piccola Petunia, dal temperamento un tantino volubile e con le idee piuttosto chiare?

Con un flusso incalzante e quasi musicale, nel suo ultimo lavoro, Il mare rubato, edito in Italia da LapisGek Tessaro ci interroga su quale può essere il valore di un mare sconfinato e pulsante. 

E ci accompagna in una favola senza tempo che racconta di un castello, di un re, della sua principessa e di un bizzarro desiderio di trasformare il mare abitato, incostante e irrequieto in una piscina immobile e placida all’interno di un vulcano spento.

Dove i pesci già muti per natura lo diventano ancora di più, le balene con i musi lunghi sono obbligate a stare dritte, i paguri non trovano più la loro preziosa conchiglia e le seppie hanno perso il fondo sabbioso dove poter giocare. Un mare verticale, un mare triste, un mare che ha smarrito la sua forma.

Ma il racconto di questa inconsueta metamorfosi viene affrontato con la leggerezza e la grazia tipica del tratto di Tessaro, con le sue immagini vitali, che sembrano muoversi e prendere consistenza all’interno della pagina bianca, con le sue tavole che vanno osservate come si farebbe visitando una mostra, dove ogni illustrazione è un invito alla riflessione, all’ascolto partecipato, alla declinazione creativa.

Una favola contemporanea

A metà strada tra la tecnica del collage e la pittura su tela, Il mare rubato è una storia divertente ma al tempo stesso profonda, è ricca di archetipi e quanto mai moderna, è popolata dall’immaginario classico delle storie d’avventura per mare, con tutto il corredo di pirati, barbe lunghe e flotte impetuose ma è mossa dal guizzo critico della più contemporanea narrazione di carattere ambientale.

Contrappone all’immobilità di un capriccio quasi ineluttabile la forza e la potenza della ribellione che restituisce a ogni personaggio il suo posto nel mondo.

Gek Tessaro ci fa ancora una volta un regalo, costruisce un piccolo capolavoro e lo lascia fluttuare tra pagine leggere, lo rende libero di sussurrare alle coscienze colmando di meraviglia gli sguardi.

 

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