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Cuciniamo il cubo di Rubik?

Immancabile nelle case dei ragazzini degli anni '80... rompicapo che ogni genitore avrebbe voluto vedere risolto dai propri figli. Il Cubo di Rubik!
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Immancabile nelle case dei ragazzini degli anni ’80… enigmatico rompicapo che ogni fiero genitore avrebbe voluto vedere risolto dai propri figli ma soprattutto tra le proprie mani. Cinquantaquattro piccoli quadrati, sei colori, sei facce da stravolgere, scomporre, studiare, memorizzare, con un unico obiettivo: risolvere il Cubo di Rubik!

Alzi la mano chi di voi non ha la certezza matematica di averlo ancora da qualche parte in garage, in soffitta, in cantina; è sicuramente questo il feticcio anni ’80 che tutti hanno conservato; anche chi non ne possedeva uno ha sicuramente provato ad armeggiare con quello dell’amico o del cugino. Ma la vera domanda è: quanti di voi sono riusciti a risolverlo? Presumo di conoscere la risposta. Io non l’ho mai risolto, nonostante ci abbia provato tante volte, cercando di ricomporlo come se fosse un semplice puzzle, di accostare i medesimi colori… ignorando che invece dietro al cubo magico (primo vero nome del puzzle) esistessero degli infernali algoritmi matematici risolvibili con pratiche di memorizzazione a dir poco assurde (almeno per me :)).

Non tutti sanno che Ernö Rubik, architetto e scultore di Budapest, ideò il suo cubo così, per puro divertimento, brevettandolo poi nel 1974… All’inizio circolava solo negli ambienti universitari per gli spunti matematico-probabilistici che forniva ai cervelloni… Poi un’azienda di giocattoli ungherese propose al nostro architetto la produzione in serie del cubo, che prese appunto il nome di cubo magico… Ma ancora pochi, al di fuori dei confini d’Ungheria, lo conoscevano… Finchè un matematico inglese, tramite un suo articolo, gli diede forte visibilità al di fuori dei confini nazionali. Da qui in poi si registra un’escalation di eventi che portò il cubo e il suo inventore alla ribalta mondiale: nel 1980 la Ideal Toys acquisisce i diritti a commercializzare il cubo, che prende il nome di Rubik’s cube, e in soli 2 anni si registrano un qualcosa come circa 300 milioni di pezzi venduti (escluse le imitazioni), rendendo il cubo e il suo inventore rispettivamente l’oggetto più venduto al mondo e la persona più ricca d’Ungheria. Sobrio, semplice ma elegante nella sua livrea, geniale per come i pezzi sono disegnati internamente, costituendo nell’insieme un perfetto meccanismo che permette lo scorrimento degli stessi attorno ad una croce centrale a sei bracci, cui sono ancorati i quadrati centrali. Pochi sanno che ad oggi é una vera e propria disciplina degna di fior fior di contest internazionali. Migliaia i siti dedicati, i canali su youtube, guide e veri e propri tutorial online che “vanno via come il pane”.

Ancora più improbabili le varie discipline di risoluzione, da quella semplice, con una mano, bendati… a quella addirittura coi piedi! Dal classico 3×3 al 4×4 fino al cubo a 12 facce chiamato Megaminx.  Un vero e proprio masochismo cerebrale. Pochi giorni fa (8-9 dicembre 2012) si sono svolti a Roma gli international championship italiani dai quali è scaturito, come risultato più eclatante, il record del mondo del classico cubo 3×3 OH (one handed, ovvero con una sola mano), singolo, col tempo di 9 secondi e 43 centesimi (!!!), a firma del connazionale Giovanni Contardi. Per la cronaca, il record del mondo del classico 3×3, singolo, appartiene ad un ragazzo australiano, Feliks Zemdegs, col tempo di 5 secondi e 66 centesimi. E per finire in numeri… sappiate che gli stati che il cubo può assumere sono oltre 43 miliardi di miliardi di  cui una sola è quella in cui lo stesso appare risolto! Se oggi non sapete che fare, googlate Cubo di Rubik e…. Buon divertimento! Ricordatevi che potrebbe non essere troppo tardi per imparare a risolverlo! E io che non ci riuscirei nemmeno staccando e riattaccando gli adesivi, il Cubo di Rubik, me lo magno!!! …ma prima lo cucino 😉

RICETTA TORTA CUBO DI RUBIK

INGREDIENTI

Per ogni strato preparare una torta quadrata con: 200 g di nocciole tostate in padella, 200 g di farina, 100 g di burro sciolto, 1 tazzina di latte, 3 uova, 1 bustina di lievito – buccia grattata di limone. Accendere il forno a 170°. Tritare le nocciole con ½ della farina. Montare le uova con lo zucchero per almeno 10 minuti, aggiungere le nocciole tritate e la restante farina, il lievito, il burro e il latte. Versare nella teglia foderata di carta forno e cuocere per 30 minuti. Sfornare e lasciare raffreddare. Togliere dalla teglia e mettere su una gratella. Il giorno dopo incartare la torta nella pellicola di alluminio e conservare in frigo. Fare altre due torte uguali a quella sopra descritta, in una aggiungere 100 g di cioccolato fondente sciolto con il burro, nell’altra 100 g di cioccolato bianco.

FARCITURA e COPERTURA

Il giorno prima della decorazione preparare una ganasce al cioccolato bianco con 200 ml di panna bollente e 500 g di cioccolato bianco che servirà per farcire le torte. Preparare un’altra ganasce con 400 ml di panna bollente, 400 g di cioccolato fondente e 100 g di cioccolato gianduia che servirà per ricoprire le torte.

DECORAZIONE

Preparare due dosi di pasta di zucchero (vedi la ricetta nella sezione Torte decorate). Colorarne una di nero, mentre l’altra va divisa in 6 parti uguali (una lasciarla bianca, le altre colorarle rispettivamente di giallo, arancio, rosso, verde e blu). Prendere una delle torte e farcire con 1/3 della ganasce al cioccolato bianco, ricoprire con l’altra ganasce scura (lisciare con una spatola), fare lo stesso con le altre due torte (devono venire alte circa 6 cm). Tenere su 3 vassoi diversi. Decorare la prima torta ricoprendola con la pasta di zucchero nero. Applicare su ogni lato 3 quadrati di colore diverso a vostro piacere. Fare lo stesso anche con la seconda torta. La terza andrà decorata anche sulla superficie con 9 quadrati (guardando la foto si capisce bene come fare). Mettere sul vassoio di portata un poco di ganasce e appoggiare la prima torta. Infilzare nella torta 4 grossi stecchini (quelli degli spiedini) che andranno poi tagliati a filo della torta. Appoggiare la seconda torta (come da foto) e infilzare ancora gli stecchini. Appoggiare l’ultimo strato.

Curiosità:

Ecco il primissimo esemplare. in legno, di Cubo di Rubik

Enjoy! LasTrega

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