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Il Capitano Kidd

Questo mese parliamo del Capitano Kidd, forse il più ricco, forse il più sfortunato pirata della storia.
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Si può diventare i pirati in tanti modi, ma di certo il più paradossale è diventarlo dopo che si è dato la caccia ai pirati. Come un ladro che diventi poliziotto, o chi passa da truffatore a consulente economico per il ministero delle finanze.

Beh, il capitano William Kidd è uno che è passato da cacciatore a preda, per così dire.  E questa storia è tutta vera accaduta verso la fine del 1600 e terminata il 1701, con la morte per impiccagione del nostro pirata scozzese.

Prima di essere un pirata, era un corsaro, ovvero un marinario al soldo di qualche governo che di professione affondava e derubava (prima derubava e poi affondava) le navi pirata. Non veniva pagato ma, appunto, poteva tenersi il bottino, specie se magari poi ci scappava qualcosa per il governatore.

Un giorno il governatore di New York e Masschussett (all'epoca facevano ancora parte del Regno Unito) gli dice "Fa il corsaro per me" e gli dona la Adventure Galley, una nave con 34 cannoni e più di 150 uomini. Vuota, pesava più di 284 tonnellate!

Ma mentre assaltava delle navi pirata ha trovato tanto di quell'oro che ha pensato bene di tenerlo per sé e per la sua ciurma. E così, nave dopo nave, ha continuato a saccheggiare e raccogliere una fortuna immensa che si dice sia ancora sepolta in qualche isola del Mar dei Caraibi.

Un giorno, mentre passeggiava per New York, è stato arrestato e, riportato a Londra, ha provato a difendersi dalle accuse di pirateria, ma non c'è stato niente da fare. Aveva addirittura assoldato due ottimi avvocati,  ma niente.

E così, dopo che lo hanno impiccato, l'hanno ricoperto di pece ed esposto appeso, lungo il Tamigi. Queste furono le sue ultime parole esasperate:

My name was Captain Kidd, when I sail'd, when I sail'd. And so wichedly I did. God laws I did forbit. When I sail'd, when I sail'd. I roam'd from sound to sound. And many a ship I found. And then I sunk or burn'd. When I sail'd. I munder'd William Moore. And latd him in his gore. Not many leagues from shore. When I sail'd. Farewell to young and old. All jolly seamen bold. You're welcome to my gold. For I must die, I must die. Farewell to Lunnon town. The pretty girls all round. No pardon can be found, and I must die, I must die. Farewell, for i must die. Then to eternity, in hiderous mistery. I must lie, I must lie".

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