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I 5 autori più ignorati dai programmi scolastici, direttamente dal banco a voi

La classifica dei cinque italiani che, secondo la diretta esperienza di una che scalda la sedia dell'aula ogni giorno, si studiano troppo poco!
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Nei programmi scolastici non si può certo includere di tutto. Schiaccia, comprimi, tira il lenzuolo un po’ di qua e un po’ di là, ma qualcuno rimane sempre fuori. Del resto, non si può pretendere di affrontare ed approfondire trecento anni di letteratura in otto mesi.

Il vero peccato è che, spesso, a rimanere esclusi dalle tribolazioni degli studenti (se non addirittura dall’onore di un capitolo sul libro di testo), sono autori considerati “minori” ma di certo interessantissimi – forse non farebbe male una conoscenza più ampia delle loro personalità e opere.

Ora, ovviamente, vi starete chiedendo i nomi e i cognomi: noi siamo pronti a stilare la classifica di quei cinque italiani che, secondo la diretta esperienza di una che scalda la sedia dell’aula ogni giorno, compaiono meno su libri e discorsi rivolti agli studenti.

In questa puntata ci occuperemo di loro, ma c’è sempre spazio per allargarci ad altre aree geografiche, e –perché no? – raccogliere i suggerimenti dei lettori.

1. Antonia Pozzi (1912-1938)

Antonia_Pozzi

Uno spirito libero e tormentato che difficilmente troverà il giusto riconoscimento sui libri di scuola, di conseguenza anche nei cuori dei ragazzi. Eppure la sua storia potrebbe facilmente piacere e colpire gli studenti: l’irruenza della gioventù, la sensibilità del poeta e l’anticonformismo di una donna si uniscono nella figura di Antonia, del resto, come diceva Virginia Woolf, “chi mai potrà misurare il fervore e la violenza del cuore di un poeta quando rimane preso e intrappolato in un corpo di donna?”. Siamo di fronte a un caso del genere. Ma le convenzioni, la famiglia conservatrice e tradizionalista, la società opprimente del ventennio fascista non sono il mondo migliore per lei, che infatti pone fine ai suoi giorni, da piccola Ofelia moderna. La sua poesia è la cerniera fra il Crepuscolarismo e l’Ermetismo, senza tralasciare il tocco interpretativo personale.

2. Giuseppe Gioacchino Belli (1791 – 1863)

Giuseppe Gioacchino Belli

Ho controllato: dedicate a lui ci sono strade, piazze, statue. Ma non una parola in merito, di solito, è spesa in classe – del resto siamo in tempi di crisi e bisogna risparmiare. Toponomastica a parte, l’importanza di Belli come poeta ed intellettuale italiano è spesso sottovalutata: vera voce del popolo, la sua satira arguta e disincantata in dialetto romano non risparmiava niente e nessuno. Inoltre, è una testimonianza di inestimabile valore riguardo all’evoluzione del vernacolo e in generale della lingua italiana. Ora qualcuno mi spieghi, dal punto di vista didattico, come è possibile affrontare lo studio del più considerato Trilussa senza aver mai letto niente di Belli.

3. Vittorio Alfieri (1749 – 1803)

Vittorio Alfieri

Due cose colpiscono di Alfieri: il modo geniale in cui precorreva i tempi, portando una ventata di preromanticismo in Italia, quando ancora tutto era rimasto un po’ vecchiotto; e poi la poca attenzione che gli si dedica. Nessuno meglio di lui seppe lasciarsi ispirare dai grandi pensatori illuministi, ma senza scimmiottarli, sviluppando anzi le loro influenze per poi divenire il cosiddetto anello di congiunzione fra due ideologie, due filosofie, nonché due secoli profondamente diversi. Alfieri stesso ha lasciato una grande eredità in autori molto più studiati di lui: Foscolo, Manzoni, Leopardi per citare qualche nome. Ma forse non è così importante, a giudicare dallo scarso rilievo riservatogli.

4. Ennio Flaiano (1910 – 1972)

Ennio Flaiano

Sembra strano annoverarlo in questo elenco, dato che ormai una citazione di Flaiano, magari sbagliata, non la si nega a nessuno. Eppure è così: quest’uomo geniale, che si è occupato praticamente di ogni tipo di scrittura, dal giornalismo agli elzeviri passando per  il teatro (senza contare le collaborazioni con registi del calibro di Fellini e Monicelli), è scomparso dall’ambiente scolastico – sempre che sia mai stato studiato. Una riprova di come tutto ciò che è collegato all’arte cinematografica sia lasciato ad ammuffire fuori da aule e banchi, purtroppo.

5. Sibilla Aleramo, pseudonimo di Rina Faccio (1876 – 1960)

Cara, sfortunata Sibilla! Figura importantissima, scrittrice, poetessa, giornalista, attivista per i diritti delle donne e sempre dalle forti passioni – quante cose potrebbe insegnare ad una classe di giovani che si affacciano alla vita. E invece Rina sembra destinata al famigerato dimenticatoio dell’istruzione, quando in realtà la sua produzione avrebbe bisogno di una bella spolverata anche fra il grande pubblico: questa donna è ricordata più per la sua difficile storia d’amore con Dino Campana (anche lui sarebbe da aggiungere alla presente lista) che per l’attività letteraria. Eppure non è un’autrice meno importante dei contemporanei D’Annunzio o Quasimodo.

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