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I fratelli Grimm e l'apparenza che inganna

"L'oca d'oro", la famosa fiaba dei fratelli Grimm, riscritta con la fantasia e la sensibilità dei dodicenni di oggi.
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Proseguiamo con Scrivere mi piace, la rubrica che poi è un vero e proprio progetto: vogliamo invogliare i ragazzi che ci seguono a leggere sì, ma anche a scrivere creativamente, ispirati dalla realtà che li circonda. 

Non vi è niente di più bello, per un insegnante, che condividere una passione con i propri alunni. Questo è lo spirito con cui i ragazzi della seconda media delle sezioni D ed E del Nuovo Collegio della Missione ed io,  abbiamo affrontato questa avventura: condividere la passione per la lettura e la scrittura. Ci serviva una occasione; ce l'hanno data i fratelli Grimm che 200 anni fa hanno pubblicato la loro raccolta di fiabe. L'avventura è stata provare a rielaborarle, divertendoci a fare diventare questi capolavori anche un po' nostri. Speriamo di esserci riusciti. Un ringraziamento grande a tutti i ragazzi per il loro impegno, entusiasmo e per la loro disponibilità.   

Stefania Mancosu

Il ragazzo dal cuore d’oro

di L.J.de SUSA

(Alice, Benedetta, Lorenzo M. , Lorenzo P., Daniele, Edoardo M., Edoardo C., Edoardo F., Davide, Giame, Jaime, Camilla, Sara, Eleonora, Aura, Gabriele, Gloria, Guia, Stefano, Silvia).

mappa

Viveva a Parigi la famiglia Colbert composta dai genitori e dai 3 figli. Il primo si chiamava Archimede, il secondo Euclide e il terzo Âne. I genitori volevano iscrivere i figli all' Ecole de Sacre Cour; la scuola più famosa di Parigi, avevano molta fiducia nei primi due, infatti li avevano vestiti di tutto punto per il colloquio, mentre il terzo, su cui non contavano tanto, perché considerato stupidotto, era stato mandato dai genitori così come vestiva abitualmente: capelli arruffati, pantaloni di due taglie più grandi ceduti dai fratelli, maglione bucato e sporco di cioccolata e come al solito poco profumato, o per dirla tutta puzzolente. Tutti e tre i figli superarono le prove d'intelligenza e arrivarono a quelle di bontà: dovevano andare all'ospedale per regalare un po' di gioia ai bambini malati. Il primo si rifiutò dicendo che non aveva tempo da perdere, il secondo perché aveva paura di ammalarsi, mentre il terzo, Âne, accettò con gioia! Così venne ammesso alla scuola, dimostrando ben presto le sue grandi qualità nella biologia e nella chimica. Dopo qualche mese ricevette una borsa di studio per il dipartimento di scienze dell'Ecole de Sacre Cour di Bordeoux.

la scuola

Lì venne accolto dalla famiglia Modestó, che l'avrebbe ospitato per tutto l'anno scolastico. Della famiglia facevano parte due gemelli di 9 anni, pestiferi e dispettosi; che appena videro Âne adocchiarono la sua borsa. Non resistettero alla tentazione, così l'aprirono. Ma vi rimasero attaccati grazie alla potente colla inventata da Âne e utilizzata come antifurto, perché lì vi erano tutti i suoi averi. La mattina seguente si recò per la prima volta a scuola, e qui vide la bellissima figlia del preside. Fu amore a prima vista. Venne a scoprire che da poco le era morta la mamma, e da quel momento la ragazza non rideva più. Il padre era così disperato che promise a chiunque fosse riuscito a farla ridere di potersi fidanzare con lei. Così quando Âne passò per i corridoi della scuola con una borsa alla quale erano attaccati due ragazzini, la ragazza scoppiò in una sonora risata. Ma il padre non voleva far fidanzare la sua unica figlia con un ragazzo brutto e sporco come Âne. Così gli fece affrontare delle prove come nella fiaba "L'oca d'oro". La prima consisteva nell'insegnare a un sordo una canzone. Âne con molta pazienza riuscì nell'impresa, ma al preside non bastava ancora, e gli ordinò di far disegnare un prato fiorito a un cieco. Âne con molta volontà riuscì anche stavolta. Ma il preside che non voleva cedere gli ordinò di organizzare un musical con tutti i bambini dell'ospedale. E ovviamente Âne riuscì a superare anche questa prova, a questo punto il preside non si potè più tirare indietro. Si celebrò il fidanzamento e tutti furono felici in attesa delle nozze.

P.S. I gemelli rimasero attaccati alla borsa di Âne per circa due anni. Come riuscirono a liberarsi della borsa è un'altra storia.

 

Dal diario di Âne:

LA COLLA SUPER ATTACCANTE

la colla

Per ottenere questa fantastica colla, bisogna versare in una ciotola un bicchiere di coca-cola e uno di latte. Poi bisogna masticare un chewing-gum, aggiungere un po' di inchiostro. Mentre l'impasto riposa in frigo, bisogna andare a fare una corsetta di mezz'ora per poi far cadere le gocce di sudore nel composto. A questo punto la sostanza sarà abbastanza densa, e per renderla ancora più appiccicosa, bisognerà accendere una candela e versare un po' di cera calda nella ciotola. Dopo aver aggiunto 3 pizzichi di sale, bisogna mettere 2 cucchiai di miele. Infine, è necessario lasciare riposare la sostanza per 24 ore. Dopo aver versato l'impasto in delle boccette, la colla super attaccante sarà pronta!
ATTENZIONE: Se qualcuno toccherà questa micidiale sostanza, sarà costretto a rimanere attaccato all'oggetto su cui c'era la colla, per sempre!!

 

Dal diario di Ane:

LA CANZONE DEL BAMBINO SORDO

Per insegnare a un bambino sordo una canzone servono tre cose: la pazienza, il senso del ritmo e tanto amore. Bisogna iniziare parlando una lingua particolare che vada dritta al cuore; con quella  scrivere una canzone e con amore fargliela studiare.  Ho progettato uno stereo speciale che manda il ritmo della canzone al cuore. Il corpo percepisce il ritmo, ma il bambino ancora  non  sa cantare: allora incominci ad  utilizzare l’alfabeto del cuore. Con un po’ di pazienza e amore glielo insegnerai. Quando il bambino avrà imparato l’alfabeto dovrai scrivere le parole nel foglio e fargli fare lo compitazione della canzone e poi fargliela ripetere, quando la saprà il bambino si dovrà ricordare il ritmo e infine cantarla.

 

Dal diario di Âne:


IL PRATO FIORITO

il prato fiorito

Mi avvicinai al bambino, mi sedetti accanto a lui, chiusi gli occhi, pensai, m’ispirai alle sensazioni più belle e rassicuranti che un bambino può provare… 
E così iniziai a descrivergli un bellissimo prato: Il cielo è come la coperta con cui ti avvolge la mamma prima di dormire, ti da sicurezza; perché non cadrà mai.
Ogni singolo filo d'erba è come un capello di un gigante, una distesa di capelli su un enorme testa, dove puoi correre, giocare e divertirti.
I fiori, per me, sono la parte più bella, perché sono come le bolle di sapone, sono leggeri e delicati, brillano e si riempiono di colore alla luce del sole.

 

Dal diario di Âne:

IL MUSICAL

Quando il preside mi chiese di organizzare un musical con i bambini dell'ospedale fui felice, perché avrei di nuovo potuto regalare un po' di gioia a quei bambini; pur sapendo la difficoltà cui andavo incontro.

Tornando a casa pensai quale musical potesse essere adatto… Decisi di ispirarmi a quello che qualunque bambino che passa la maggior parte del suo tempo in ospedale desidera: la libertà! 
Istruzioni.
Li portai in giardino, gli diedi un velo bianco e leggero, gli dissi di giocare facendolo svolazzare come un uccello finalmente libero. Composi una canzone esprimendo quello che loro definivano: guarigione, amicizia, speranza e forza. I loro occhi s’illuminarono, ognuno di loro  mi disse ciò che desiderava diventare: Giulia una ballerina, quindi per il musical ebbe un bel tutù rosa, Paolo  un gatto, quindi gli feci delle orecchie da gatto e un trucco speciale. Giovanni, anche se era paralitico, voleva diventare un calciatore, per questo gli regalai un pallone. Sofia voleva diventare un medico e curare tutti i bambini malati come lei. 
Il musical doveva farli divertire dimostrandogli che la vita è difficile, ma bisogna affrontarla con il sorriso sulle labbra. Gli suggerii che come un uccello avrebbero dovuto spiccare il volo per raggiungere i loro sogni.

 

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