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Com'è bello il mondo a guardarlo dietro un obbiettivo

I giornalisti in azione incontrano la fotografa Daniela Zedda e scoprono quanto è bello guardare il mondo attraverso l'obbiettivo.
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Da grandi curiosi a piccoli giornalisti: la rubrica, che ci vede sbirciare che cosa combinano i ragazzi in un vero laboratorio di scrittura giornalistica!

Daniela Zedda è una fotografa di Cagliari molto brava. Qualche giorno fa è venuta a trovare i giornalisti in azione della Carlo Felice a cui ha raccontato, con grande generosità, un po’ della sua vita e del suo lavoro. I giornalisti, ancora prima, erano andati a vedere la sua bella mostra Aldilàdelmare (che è anche un libro con i testi della giornalista Maria Paola Masala, edito da Tyche Editrice) alle Fucine Stridenti del Liceo artistico Foiso Fois, a Cagliari. In esposizione 88 fotografie di sardi che hanno lasciato l’isola e felicemente realizzato i propri progetti altrove, tra l’Italia e l’Europa. Un’esperienza emozionante per i bambini che hanno scoperto non solo qualche tecnica fotografica, ma, attraverso i ritratti, belle storie di vita.

Daniela Zedda si occupa professionalmente di fotografia e fotogiornalismo dal 1982. Collabora all’Unione Sarda, il maggiore quotidiano della Sardegna, dal 1983. Ha pubblicato svariati libri fotografici e le sue fotografie sono state pubblicate nei maggiori quotidiani e periodici nazionali, tra cui Il Corriere della sera, La Repubblica, L’Espresso e così via.

Intervista di Vitor Bachis e Baby Christine Atienza

daniela-zeddaA che età hai iniziato a fare fotografie?

La prima macchina fotografica l’ho ricevuta a 18 anni. In realtà, l’hanno regalata a me e a mia sorella. Io ho iniziato a fare la fotografa, mia sorella ha scelto un’altra strada.

Ti piace questo lavoro?

Mi piace moltissimo. Attraverso la macchina fotografica vedo il mondo più bello. Anche le persone diventano più belle dietro un obbiettivo.

Perché hai deciso di fare la fotografa?

Perché non sapevo disegnare. Fotografare invece sì. E poi le fotografie raccontano storie. Io amo le storie.

Ti piacciono le marionette?

Non mi piacciono molto. Le maschere, i burattini hanno sempre la stessa faccia.

E le nostre facce ti piacciono?

Sì, le vostre facce mi piacciono moltissimo.

È difficile fotografare le persone?

Mi piace fotografare le persone. Io cerco sempre il lato migliore nelle persone. Ognuno di noi, anche se sembra brutto, ha una caratteristica positiva. L’abbiamo tutti. Cerco il bello ovunque.

Che cos’altro fotografi?

Amo fotografare gli spettacoli teatrali, i concerti, gli spettacoli di danza. Amo fotografare le persone che ridono

Quando hai iniziato a lavorare come fotografa?

Ho iniziato a lavorare come fotografa per un giornale di Cagliari. Avevo 22 anni e una grossa moto a pedale. Un giorno mi mandarono in Questura per fotografare un tipo che aveva ucciso la moglie e l’aveva messa in valigia. I poliziotti mi lasciarono sola nella stanza con lui. Ricordo che, mentre infilavo il rullino nella macchina fotografica, mi tremavano le mani. Ebbene, non sono riuscita a fare brutto neppure lui.

Ti è capitato spesso di fotografare brutti ceffi?

Non spesso. Un’altra volta, quando lavoravo per L’Unione Sarda, seguii il processo al capo di una banda locale, un criminale che ne aveva combinate parecchie. In tribunale sedeva dietro le sbarre. Io l’ho fotografato in maniera che non si vedessero. Era venuto così bene che, la volta dopo, anche gli altri della banda volevano essere fotografati da me.  

Che cosa ti piace fotografare?

In generale, non fotografo qualsiasi cosa mi capiti a tiro. A me attraggono le sfide, divertono le cose difficili.

Che emozioni ti dà questo lavoro?

Io mi emoziono tutte le volte che devo fare una foto. Ormai sono molti anni che faccio questo mestiere eppure l’emozione è sempre la stessa. Ogni fotografia è una sfida con me stessa.

Perché per “Aldilàdelmare”, il tuo ultimo libro, hai scelto 88 foto e non una di più?

Io amo giocare, non bisogna smettere di farlo neppure da grandi. Io amo il numero 11 e tutti i multipli di 11. Le fotografie per “Aldilàdelmare” avrebbero dovuto essere 77. Poi ho voluto aggiungerne altre e così mi sono fermata a 88.

Come hai scelto le persone da fotografare?

A dir la verità ho scelto le storie, non le persone.

Adesso per fotografare si usano spesso il cellulare e l’IPad, tu che ne pensi?

Penso che potete fare le fotografie come volete, però non fatelo mai a caso. Prima di scattare pensate sempre a ciò che dovete fare.

 

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