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Che paura intervistare Wendy!

Fumo nero, un tizio di nome John Locke, "gli altri"... pensare che l'intervista a Wendy si prospettava una tranquilla chiacchierata educata!
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Per questa intervista siamo volati a Londra, nel quartiere di Bloomsbury, nella casa ad angolo della famiglia Darling. Se ancora non ci siete arrivati, siamo qui per intervistare Wendy, la famosa bimba che ha avuto il privilegio, insieme ai suoi fratelli, di conoscere Peter Pan.

Sono le undici del mattino, bussiamo e viene ad aprirci la meravigliosa Signora Darling che ci fa accomodare e corre a chiamare la figlioletta. Dopo un pò vediamo scendere dalle scale la piccola Wendy, veramente deliziosa nella sua camicia da notte azzurra.

I capelli biondi, raccolti da un fiocco, le gote di un rosa mai visto prima, insomma restiamo così abbagliati dal suo splendore che non abbiamo il coraggio di chiederle come mai sia ancora abbigliata così.

Esordisce con un buongiorno e benvenuti, niente a che vedere con quella maleducata di Raperonzolo.

Salutiamo e cominciamo l’intervista.

Allora Wendy, hai avuto paura di Capitan Uncino o degli Indiani?

Beh, all’inizio un pò. Poi ho capito, che lì, all’Isola che non c’è fa tutto parte del gioco, ognuno ha un compito, e se sei un pirata o un indiano allora devi esserlo fino in fondo, ma , mai nessuno si fa male laggiù, perché l’Isola è il regno dei bambini, anche Uncino, può legarli ad un palo e minacciare di gettarne uno in mare, ma non lo farebbe mai.”

Però Uncino sull’Isola ha perso una mano…

In realtà questa è una legenda, c’è sì un coccodrillo, ma non è quella la cosa di cui Uncino ha più paura.

E allora qual è la cosa che davvero spaventa Uncino?

(A questo punto vediamo Wendy cambiare espressione e fissando un punto nel vuoto ci risponde)

Il “fumo nero”

Io e i miei collaboratori ci guardiamo esterrefatti, comincio nervosamente a sfogliare i miei appunti per vedere se da qualche parte avevo scritto qualcosa su questo “fumo Nero”, ma non trovo niente. Allora Wendy continua:

Succedono cose strane su quell’isola…

Io faccio finta di niente e dico:

Ti riferisci al fatto che potete volare? O al fatto che laggiù nessun bimbo cresce?

No, per quelle cose c’è una spiegazione è la polvere di fata che permette a Peter di volare, e lì i bimbi non crescono perché non ci sono adulti che gli ricordano di farlo. Per tutto il resto invece non c’è spiegazione.

A cosa ti riferisci esattamente?

Mi riferisco al fatto che sull’Isola ci sono gli altri, altre persone che sono lì da molto tempo. Mi riferisco al fatto che l’Isola si sposta nel tempo e nello spazio e che il vero nome di Peter Pan è… John Locke. Ma, in realtà, io non potrei parlarvi di queste cose…

A questo punto mi alzo, raccolgo tutte le mie cose  faccio segno alla troupe di andare e salutando in fretta lasciamo casa Darling.

Appena arrivati in macchina tiriamo un sospiro di sollievo e ci sentiamo al sicuro, solo per poco però, a un tratto, infatti, ci accorgiamo di essere seguiti…

Io queste interviste non le faccio più, capitano tutte a me!

All’aeroporto presto!

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