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Libri a tavola! – Che bontà! Alla scoperta dei cibi d’Italia

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che bontà

Un giro d’Italia attraverso il gusto e la storia è quello tracciato in Che bontà! Alla scoperta dei cibi d’Italia di Giuliana Rotondi e illustrato da Elenia Beretta (Einaudi Ragazzi).

Conosciamo ciò che c’è, ogni giorno, nei nostri piatti?

Dalla pasta alla pizza, dalla lasagna alla cotoletta, finendo – come in ogni buon banchetto – con i dolci, dal cannolo al gianduiotto… tanti sono i piatti messi in tavola per raccontarci che cosa si nasconde dietro a ogni cibo, il viaggio che l’ha portato sui nostri piatti, il nome di chi (magari per caso) ha messo insieme alcuni ingredienti per realizzare una ricetta che ha poi conquistato tutti.

Pensiamo, per esempio, al piatto principe della nostra cultura culinaria: la pasta. Chi dobbiamo ringraziare per i nostri spaghetti?

Prima di tutto bisogna dire che in origine gli spaghetti venivano chiamati “vermicelli”, già gustati con piacere nella Sicilia del Medioevo (ed erano noti anche in Cina, ma non c’è traccia di uno scambio di ricette, quindi potrebbero essersi diffusi indipendentemente).

I Romani non conoscevano questa pasta, loro mangiavano la lagana, ovvero una sottile sfoglia di farina di grano impastata con succo di lattuga, aromatizzata con spezie e poi fritta nell’olio d’oliva. Furono gli Arabi, invece, occupando la Sicilia nel 827 ad insegnarci l’arte di seccare la pasta, facendola diventare come quella che oggi siamo abituati a cucinare, buttandola nell’acqua bollente prima di poterla mangiare. La necessità di seccare la pasta era stata per gli Arabi prettamente pratica: molti di loro, beduini, viaggiavano nel deserto a dorso di cammelli per molte miglia tra i vari centri abitati in cui vendevano i loro prodotti, portare con sé la pasta fresca era impossibile, pensarono così di essiccarla al sole e di consumarla dopo averla fatta bollire.

Per la pizza invece dobbiamo ringraziare gli antichi Egizi che inventarono la lievitazione e i Greci per la pita (da cui forse deriva il nome pizza), anche se per arrivare alla pizza che conosciamo noi, e la cui città natale è Napoli, dobbiamo prima di tutto aspettare l’arrivo del pomodoro in Italia (che seguì solo la scoperta dell’America nel 1492) e il suo uso per realizzare sughi (ovvero il Seicento, prima la pianta di pomodoro era usata solo a scopo ornamentale).

Pasta e pizza sono solo un breve assaggio, tante sono le storie che si susseguono, accompagnate dalle belle illustrazioni di Elenia Beretta che rendono il libro divertente, colorato ed elegante allo stesso tempo.

La storia dei cibi è una storia di popoli, di viaggi, di conquiste e di scoperte.

Oltre ai pomodori, anche cacao, mais e patate arrivano da noi dopo il viaggio di Cristoforo Colombo e agli Arabi dobbiamo anche l’introduzione nella nostra dieta dello zucchero, con tutte le ricette a questi ingredienti legate.

A volte le tradizioni si mescolano, come nella nascita del cannolo che mette insieme un dolce arabo fatto di ricotta, mandorle e zucchero e uno romano, già citato da Cicerone. C’è poi chi, partendo dall’Italia, porta all’estero una meravigliosa novità, ovvero il gelato, nato quando il pasticciere Francesco Procopio de’ Coltelli da Aci Trezza, vicino Catania, si trasferisce a Parigi dove apre il Café le Procope, locale presto frequentatissimo che rese celebre la ricetta del sorbetto al latte (ovvero del gelato).

Tutte le tradizioni che ogni giorno popolano le nostre cucine sono state un tempo, a volte anche molto lontano, innovazioni, scoprirlo è una lettura curiosa e interessante sia per i grandi che per i bambini (il libro è consigliato dai nove anni di età).

Che bontà! Alla scoperta dei cibi d’Italia vi aspetta dall’1 al 5 agosto a Maglie all’interno di Libri a tavola! Pagine appetitose per piccoli lettori.

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