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Ada la scienziata

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ada la scienziata

 

Ada la scienziata, Andrea Beaty (illustrazioni David Roberts), De Agostini

Ada Marie Twist è una bambina curiosa, ma nessuno lo sa fino ai tre anni. Prima, infatti, non parla: si guarda intorno, osserva, esplora ma in silenzio. I genitori sono preoccupati, non sanno che in quella testolina ricciuta si stanno accumulando tantissime domande e così le sue prime parole non sono “mamma” e “papà”, ma un “Perché no?”sincero e stupito rivolto a chi tenta di fermarla mentre è in cima a un alto orologio a cucù.

Dopo la prima domanda, le altre seguono senza sosta, d’altronde basta guardarsi intorno e i “Perché”, i “Cosa?”, i “Come” e i “Quando?” nascono spontanei se non si accetta la realtà così come è ma si cerca di capirla, osservandola, analizzandola, facendo esperimenti.

La storia di Ada Marie si rivela presto anche la storia dei suoi genitori (più il fratello maggiore) che, dapprima preoccupati, poi piacevolmente stupiti, si ritrovano infine, attraversando qualche fase di esasperazione, un po’ impreparati perché non è sempre facile stare dietro alla curiosità di un bambino. La risposta iniziale alle tante domande della figlia passa da un “Lo scoprirai a suo tempo” a un “Ci inventeremo qualcosa”, capiscono così che sono loro stessi a doversi mettere in gioco, circondati da libroni, per aiutare Ada nel distinguere i fatti veri da quelli inventati, dandole con il loro esempio una delle lezioni più grandi: non è detto che i genitori abbiano le risposte a tutte le domande ma possono mostrare come ci siano strumenti per trovare, o almeno cercare, delle risposte. La sua famiglia, inoltre, capisce l’importanza di concedere spazi di autonomia, indispensabili e necessari per coltivare la curiosità e la sicurezza nelle proprie capacità, anche quando le domande non portano a nessuna risposta ma solo a nuove domande.

Elogio delle donne nella scienza, il nome di Ada Marie non è casuale ma rende omaggio a Marie Curie, a cui si deve la scoperta del polonio e del radio e il cui lavoro condusse all’invenzione dei raggi X, e a Ada Lovelace, matematica inglese e prima vera programmatrice di computer.

Ada la Scienziata è il primo volume arrivato in Italia, grazie a De Agostini, di una serie scritta da Andrea Beaty e illustrata da David Roberts. Come Rosie Revere, EngineerIggy Peck, Architect, i primi due volumi della serie – speriamo presto editi anche da noi – la protagonista della storia è una celebrazione della passione, della perseveranza e delle conoscenze tecnico-scientifiche, attitudini e saperi che non hanno alcun genere. 

Il fatto che sia una bambina la protagonista è un ulteriore punto di forza di quest’albo illustrato in un mercato editoriale in cui le figure femminili attive e positive, seppur in aumento, hanno ancora una lunga storia di narrazione al maschile da recuperare; l’auspicio è che questo punto di forza non diventi un limite nel relegare la lettura al solo pubblico di piccole lettrici. Certamente è molto bello che tra le mille domande di Ada non ci sia posto per “Perché non posso essere una scienziata?”.

(Questa recensione di Ada la scienziata è stata pubblicata nello speciale di aprile dell’Indice dei Libri del Mese dedicato ai ragazzi in occasione della Bologna Children’s Book Fair 2017 e scaricabile qui.

Alla recensione del libro – che, come si legge sopra, ho molto apprezzato – devo aggiungere una piccola nota di dispiacere per quanto riguarda il testo in cui sono presenti alcuni refusi e che avrebbe necessitato di una più attenta rilettura).

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